LA SCUOLA ITALIANA DEVE CAMBIARE !

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Il decreto del governo Renzi sulla scuola dovrebbe rappresentare, il condizionale è d’obbligo, una vera rivoluzione copernicana. La novità positiva è rappresentata dall’annunciata assunzione di 148.100 precari, attualmente presenti nelle graduatorie ad esaurimento. Necessari 3 miliardi di euro !!! Dopo sarà tutto diverso ; il sistema di reclutamento attingerà solo dai concorsi , con la designazione di un numero di vincitori funzionale al buon andamento del’istituzione scolastica. Stop al precariato e alla supplentite!

In realtà questa nuova strada è un percorso obbligato : per non incorrere nelle umilianti sanzioni dell’Unione , il governo si deve adoperare per adeguarsi alle altre nazioni europee, dove già da tempo le anomalie dei “ precari storici “ non esistono più. Il cambiamento nella scuola, invocato da anni, deve avvenire in tempi rapidi.

Il Presidente del Consiglio, già dall’inizio del suo mandato, ha dato priorità assoluta alla scuola, considerata la principale leva per la crescita del Paese, il primo laboratorio in cui si costruisce la cultura delle nuove generazioni. Nel decreto la parola d’ordine è “ ascolto” Appare coerente ascoltare la voce degli studenti, accogliere le loro istanze, conoscere i loro orientamenti. Dall’ascolto l’esigenza di puntare sul potenziamento di alcune discipline. Previsto il raddoppio delle ore di educazione musicale e di educazione fisica, anche la storia dell’arte avrà un incremento orario. Siamo o non siamo un paese a vocazione musicale ed artistica?

Per quanto riguarda i docenti il discorso è delicato: ridare dignità agli insegnanti significa valutare e premiare il merito. Già il ministro Berlinguer , qualche decennio fa, aveva proposto il criterio meritocratico, successivamente ci provò il ministro Gelmini con il suo sottosegretario Valentina Aprea ,ma le resistenze furono notevoli.

Ai docenti si chiede una formazione continua, “ lifelong learning”, un aggiornamento sulle strategie didattiche multimediali, un insegnamento al passo con i tempi. Ma questo lo diceva già Don Milani e la Montessori, non stiamo scoprendo nulla di nuovo….Solo che ora le cose bisogna farle, non solo declamarle, pensare ad un impegno reale, a scuole aperte anche al di là dell’orario di lezione, ad un Fondo per il miglioramento dell’offerta formativa che consenta di svolgere attività aggiuntive,che attraggano gli studenti poco interessati, un impegno economico chiesto anche ai privati . Anche l’obbligatorietà dell’alternanza scuola-lavoro nei professionali e nei tecnici, pari a 200 ore, ha bisogno degli interventi dei privati (singoli cittadini,falegnami, imprese). Solo con una scuola nuova, che abitui i giovani alla relazione lavorativa, che mai più rifiuti la contaminazione con il reale, si attueranno veri cambiamenti. I giovani che studiano e pensano che , aumentando le loro competenze, possono avere una vita lavorativa più soddisfacente e redditizia, sono più motivati allo studio. Bisogna assolutamente sconfiggere il problema della dispersione scolastica.

Per i docenti bisogna superare la logica dell’anzianità come unico parametro per la valorizzazione della professionalità. Previste flessibilità e mobilità ; i docenti potrebbero essere spostati se si dovesse verificare eccedenza di personale, ma qui il discorso si fa complicato. Molti docenti sono donne, con responsabilità familiari e con figli da curare, non sarebbe facile cambiare città…

Siamo davanti ad una svolta vera o tutto si fermerà alle buone intenzioni ? Il governo deve mantenere fede ai suoi impegni programmatici, non deve pensare al consenso che può venire meno a seguito di cambiamenti tanto strutturali, cercando la coerenza.

Il nostro ritardo in tema di riforme scolastiche è drammatico.E’ il momento di avviare cambiamenti radicali. Come ultima considerazione vorrei sottolineare che il miglioramento della scuola è la conseguenza di azioni strategiche che vedono protagonista il dirigente scolastico, sia per quanto riguarda l’organizzazione sia per la sua azione di garante del diritto allo studio.

In Campania , a tutt’oggi, ci sono tante scuole senza Dirigente, dopo un tormentato concorso conclusosi già da sei mesi. I vincitori sono in attesa della pubblicazione della graduatoria di merito e sono pronti a profondere impegno e professionalità .Il governo deve ricordare che il primo passo per far funzionare la scuola è garantire a ciascuna istituzione scolastica il suo Dirigente!

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