La teoria e la pratica. Fermo alla Camera il nuovo ddl sull’omicidio stradale mentre a Brindisi perde la vita un ragazzo di 19 anni.

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E’ di pochi giorni fa la notizia della morte a Brindisi di un ragazzo 19enne Andrea De Nigris investito da un auto il cui conducente ha perso il controllo nei pressi di via Vespucci.

La vittima è morta sul colpo mentre l’amica di 16 anni che era con lui di ritorno da una festa di Halloween è rimasta solo ferita.

Il conducente dell’auto è un ragazzo, anch’egli 19enne risultato positivo al test alcolemico.

Ne abbiamo sentite tante di storie come queste. Sempre in prossimità di eventi di massa assistiamo il giorno dopo a notizie di questo tipo.

Che sia Halloween, che sia Capodanno, che sia Ferragosto.

Bere è una responsabilità. Assumere sostanze stupefacenti è una responsabilità.

Se non la si vuole vedere come una responsabilità nei propri confronti che la si veda come una responsabilità nei confronti degli altri, nei confronti delle persone che conosciamo o di quelle che non avremmo mai voluto sul nostro percorso in quel momento.

Il 28 ottobre il Senato ha approvato il ddl che introduce e disciplina il reato di omicidio stradale. Che tempismo. Peccato che per alcune modifiche dovrà ritornare alla Camera.

L’art. 589 del codice penale disciplina l’omicidio colposo.

Sono stati aggiunti un bis e un ter – soggetto in stato di ebbrezza alcolica e soggetto sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e psicotrope – il primo prevede il carcere dagli otto ai dodici anni per omicidio colposo commesso da un conducente in stato di ebbrezza con un tasso alcolemico superiore a 1,5g per litro.

Se supera lo 0,8 ma non 1,5 g la pena cala tra i sette e i dieci anni.

Per i conducenti che svolgono quest’attività professionalmente invece il tasso alcolemico non deve superare lo 0,8 g per litro.

Il 589 ter introduce l’aggravante dell’omissione di soccorso.

Per quanto riguarda le lesioni stradali si è puniti con la reclusione da due a otto anni in caso di guida sotto effetto di stupefacenti o in stato di ebbrezza, ridotta dai nove mesi ai due anni se il tasso supera lo 0,8 g per litro ma non l’1,5.

Il problema è che a fronte di questi cambiamenti l’impunità è sempre più garantita per coloro che sono responsabili di queste azioni. Se consideriamo infatti le attenuanti generiche, gli sconti di pena e il concorso di colpa della vittima è facile uscirsene con poco.

Siamo ancora lontani dal vedere un chiaro segno di cambiamento, certo il ddl è ancora in fase di modifiche ( due sono gli emendamenti presentati a quest’articolo del ddl) ma la questione è ancora aperta a larghe critiche.

La giustizia ha il dovere di assicurare la legalità e quanto possibile ha il dovere di evitare artifici che diano la possibilità di ridurre al minimo la punibilità di queste persone.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.