L’immagine di Alessandra Madonna non si sfrutta!

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“I genitori di Alessandra Madonna chiedono a tutte le persone che amavano e volevano bene alla nostra piccola stella di dissociarsi dal suo assassino, Giuseppe Varriale, eliminando il “MI PIACE” dalla sua pagina Facebook ” 93 Street”.
Dopo averla uccisa la notte dell’ 8 settembre 2017 continua ad ucciderla ogni santo giorno lucrando sulla sua immagine, poichè continua a vendere on line accessori di ogni genere utilizzando foto di Alessandra, proprio come questa che vedete nel post.
Ovviamente, i genitori di Alessandra agiranno anche nelle sedi competenti, tuttavia, vi chiedono di fare questo gesto simbolico”.

Questo è il messaggio pubblicato ieri da Gianni Madonna, noto pasticciere napoletano e cugino di Alessandra, la ragazza deceduta dopo una discussione con il suo ex fidanzato Giuseppe, per le lesioni riportate dopo essere stata trascinata dal suv del giovane in movimento.

Il ragazzo, agli arresti domiciliari dopo che il tribunale del riesame ha respinto l’istanza per gli arresti domiciliari presentata dagli avvocati difensori, è admin della pagina “93 Street”dalla quale è possibile acquistare accessori e gadgets pubblicizzati attraverso fotografie.

“In molte di queste foto – dichiara Enzo Madonna, il papà di Alessandra – a due mesi dal barbaro omicidio, compare ancora mia figlia come testimonial. Alessandra aveva creato la pagina insieme al fidanzato, ma non è giusto che lui continui a lucrare sulla sua immagine, vendendo anche un solo oggetto grazie alle foto di mia figlia. Mi sono rivolto alla polizia postale e alla Guardia di finanza, ma non è semplice ottenere la rimozione delle foto. Moralmente, se ottenessi un risarcimento per lo sfruttamento dell’immagine, lo devolverei in beneficenza”.

Non esiste, a dire del papà di Alessandra, alcuna liberatoria firmata dalla ragazza che autorizzi la pubblicazione delle foto. Il punto è: può una persona agli arresti domiciliari continuare ad amministrare una pagina di e-commerce su un social, mantenendo così rapporti con l’esterno e violando le norme sugli arresti domiciliari?

Secondo l’avvocato Aldo Patrizio Diletto, specializzato in diritto penale e in reati di maltrattamento contro il genere femminile, è possibile chiedere l’oscuramento della pagina, attraverso una richiesta inoltrata al magistrato che segue il procedimento, proprio in virtù della estrema gravità dei fatti.

“Laddove – continua l’avvocato Diletto – venisse accertato che ci sono state interazioni sulla pagina con un ID risalente all’indirizzo presso il quale l’imputato ha ottenuto gli arresti domiciliari, è ravvisabile una violazione delle norme e chiedere che venga prescritta l’inibizione all’utilizzo dei social”.

Accogliamo l’appello di Enzo e Olimpia, i genitori di Alessandra: la rimozione delle immagini e l’oscuramento della pagina non sono di semplice e veloce ottenimento. Pertanto, se aveste dato il vostro like alla pagina “93 Street” su Facebook, per rispettare la memoria di Alessandra e il dolore dei genitori, vi preghiamo di rimuoverlo.

Al Domenicale con entusiasmo da più di un anno, dopo il banco di prova con Paralleloquarantuno. Giornalista per passione, scrive di tutto quello che la entusiasma, predilegendo i temi dell’ambiente e della cultura. Classe ’71,buddista, due figli, nel tempo libero cucina e gioca a burraco. Se dovesse descriversi con una sola parola, sceglierebbe “entusiasmo”, anche se si definisce un’anima in pena. Scrivere le è indispensabile: si firma #lapennallarrabbiata, e questo è il suo modo per denunciare ingiustizie e dare voce ai sentimenti che vive, come tutto quello che la riguarda, con un coinvolgimento totale.