Salento, spiagge dormitorio per gli ambulanti. Si affaccia l’ombra della criminalità organizzata

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di Alessandro D’Orazio

Un centinaio di venditori ambulanti, tutti stranieri, per lo più arrivati dal nord Africa, hanno fatto delle spiagge di Porto Cesareo e dintorni il loro rifugio. È questo lo scenario che appare agli occhi dei tanti turisti che in questi giorni hanno iniziato ad affollare le località marittime salentine. A differenza delle stagioni passate, che hanno risentito delle restrizioni imposte dalla pandemia, l’estate 2022 è ormai divampata. Le presenze da capogiro e senza precedenti calcolate sulla base delle prenotazioni effettuate a Porto Cesareo e dintorni, non sono di certo sfuggite alle calcolatrici della criminalità organizzata, i cui appetiti si sono espansi lungo tutta l’area.

Arenili trasformati in dormitorio, cucine e bagni a cielo aperto: è questo il quadro impietoso che si profila al mattino. Il numero degli ambulanti che da quando fa giorno al calar del sole vende in spiaggia la propria merce è cresciuto a dismisura. Secondo un censimento approssimativo, sarebbero un centinaio le presenze sulle spiagge; il tutto senza tener ovviamente conto di chi tra gli ambulanti nel Salento vive stabilmente durante l’anno, scegliendo i comuni limitrofi per intraprendere poi in estate la propria attività.

Uomini e donne senza un nome né una storia, schiavizzati dalle associazioni criminali che si occupano di reperire il materiale da rivendere. Abiti, accessori, giocattoli, attrezzature per il mare, chincaglierie varie. Tutto frequentemente contraffatto e venduto sotto il sole nell’indifferenza dei tanti turisti che affollano le spiagge salentine. Molti sono i minorenni presenti, di cui poco o nulla si conosce.

Di sera, per una decina di chilometri a nord e a sud di località Torre Lapillo, sull’arenile si dorme, si cucina, si espletano bisogni fisiologici. Alcuni dormono sulla sabbia accanto alle loro merci, altri invece montano tende o improvvisano ripari. Tanti, troppi individui. Quel che emerge è in sintesi la necessità di intraprendere un’azione energica a tutela della legalità in ogni sua forma, al fine di estirpare definitivamente la piaga della criminalità organizzata e restituire dignità alle innumerevoli persone sottoposte a questa drammatica condizione.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.