Sanremo Story – PER CHI L’HA VISTO E PER CHI NON C’ERA – Anni 2003 e 2004

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-memorie semiserie di un’inguaribile romantica-

di Fortuna de rosa

 

“PER CHI L’HA VISTO E PER CHI NON C’ERA” – ANNO 2003

sanremo-2003Secondo anno consecutivo di conduzione per Pippo Baudo, che stavolta sceglie come compagne di viaggio non più le solite vallette statuarie, ma due showgirl canto-ballo-so-fare-tutto-e-sono-anche-bona: Serena Autieri e Claudia Gerini.

Purtroppo il festival del Pippone nazionale non riscuote lo stesso successo dell’anno precedente (infatti tornerà a condurlo di nuovo solo nel 2007) e questa edizione si farà ricordare solo per l’incursione di Luciana Littizzetto (quando ancora era simpatica), che chiude il suo intervento baciando in bocca il presentatore; e per la spettacolare performance di Peter Gabriel, che canta dall’interno di un’enorme bolla trasparente.

Anche musicalmente, questa edizione del festival non lascerà tracce memorabili, a cominciare dalla immeritatissima vittoria di Alexia col suo brano “Per dire di no”, dal ritmo vagamente soul, chiaramente ottenuta per rimediare allo “scippo” dei Matia Bazar dell’anno precedente. Di gran lunga superiore, e infatti vincerà il premio della critica “Mia Martini”, è la canzone terza classificata “Tutto quello che un uomo”, gioiellino di malinconico jazz del raffinato Sergio Cammariere.

Si segnala inoltre la presenza di pezzi come: “Nessuno tocchi Caino”, cantato da Enrico Ruggeri e Andrea Mirò, ispirato alla storia di Leroy Orange, condannato ingiustamente per un reato che non aveva commesso e rimasto nel braccio della morte 19 anni prima di essere graziato; “L’amore è” di Syria, con testo di Jovanotti; “Morirò d’amore” di Giuni Russo, che ritorna al festival a 35 anni di distanza dalla sua prima ed unica partecipazione, poco prima della sua prematura scomparsa; “’A storia ‘e nisciuno”, pezzo impegnato a due voci di Nino D’Angelo che racconta di un camorrista alle prese con la propria coscienza; “Non si cresce mai”, canzone goliardica cantata da un duo di ragazzacci emergenti: Bobby Solo e Little Tony!

La categoria Nuove Proposte è vinta da una giovane promessa leccese che farà parlare a lungo di se: Dolcenera (al secolo Emanuela Trane) che con la sua “Siamo tutti là fuori”, si imporrà con grande grinta sugli altri artisti. Nella sezione giovani farà scalpore la presenza di Alina, che dopo i Gazosa ed Anna Tatangelo negli anni precedenti, continuerà la tradizione dei minorenni al festival (POI CI HA PENSATO LA CLERICI CON “TI LASCIO UNA CANZONE” A NORMALIZZARE LA COSA): a soli 12 anni calca le scene dell’Ariston tra grandi polemiche.

Ma la canzone che vi lascio oggi, seconda classificata ma vera vincitrice morale di quel festival, è la carinissima, ironica e divertente “7000 caffè” di Alex Britti.

https://www.youtube.com/watch?v=m5K_MWQlRYM

#‎perchèSANREMOèSANREMO

“PER CHI L’HA VISTO E PER CHI NON C’ERA” – ANNO 2004

sanremo-2004Dopo gli ascolti deludenti dell’edizione dell’anno precedente targata Pippo Baudo, quello del 2004 si annuncia come un festival di grande innovazione, a cominciare dalla direzione artistica affidata a Tony Renis.

Sulla scia del successo televisivo della trasmissione “Quelli che il calcio”, presenta questa edizione Simona Ventura, che sarà la terza donna nella storia della kermesse canora a condurre il Festival, dopo Loretta Goggi (1986) e Raffaella Carrà (2001), accompagnata da Paola Cortellesi, Maurizio Crozza e Gene Gnocchi.

Questo però non basterà a risollevare gli ascolti di un festival nato all’insegna delle polemiche: a causa di disaccordi tra Tony Renis e le case discografiche, queste ultime boicottano la kermesse non inserendo nessun nome di spicco tra i partecipanti, ed il cast di quell’anno, ad eccezione di Marco Masini e Mietta, è quindi composto prevalentemente da cantanti esordienti oppure all’epoca del tutto sconosciuti. Questa, e la mancanza dei cosiddetti super-ospiti, ad eccezione di Adriano Celentano nell’ultima serata, fu una delle cause dello scarso successo ottenuto da questa edizione che fu superata negli ascolti, per la prima volta nella storia, da un programma Mediaset (la quarta edizione del reality di Canale 5 «Grande Fratello», quell’anno condotto da Barbara D’Urso), GIUSTO PER CAPIRE COME IL PROCESSO ITALICO DI IMBARBARIMENTO MORALE FOSSE PALESE Già ALLORA!

Nonostante tutto, però, il livello musicale di questo Sanremo non è scarso, in una gara che, per la prima volta dal 1984, non prevede la divisione dei cantanti in Big e Nuove proposte, ma un’unica competizione; e che vede il pubblico da casa come unico giudice a determinare la classifica attraverso il televoto. Certo questa formula determinerà la vittoria di Marco Masini… è la democrazia, bellezza! (VEDERE IMBARBARIMENTO DI CUI SOPRA) con la sua “Uomo Volante”, dedicata dal cantante a Mia Martini, accusata come lui «di portare iella»

Si segnala inoltre la presenza di pezzi come: “Guardami negli occhi (Prego)” di Paolo Meneguzzi, allora idolo delle ragazzine, poi lentamente scomparso dalle scene; “Guardastelle,” una vera e propria poesia del cantautore Bungaro; “Cuore”, cantata da Mietta con Morris Albert (sì, proprio quello di “Feelings”…che brutta fine!); “Crudele” di Mario Venuti, vincitore del premio della critica “Mia Martini”, con un pezzo ironico ed intelligente sul masochismo, quando ancora non era arrivato Mr.Grey a rovinare tutto; “Era bellissimo” di DJ Francesco, al secolo Francesco Facchinetti, ovvero piccolo Pooh di seconda generazione (è LA LEGGE DELLA MANIGLIA, CI HANNO UCCISO PRIMA I PADRI ED ORA I FIGLI); “Sei un miracolo” di Daniele Groff; “Ladro di te” di Piotta.

La mia preferita di quest’anno è, però, “Le ore piccole”, godibilissimo pezzo jazz di Neffa, tra i favoriti per la vittoria della vigilia, ma arrivato solo al nono posto (VEDERE SEMPRE IMBARBARIMENTO DI CUI SOPRA SOPRA)… Enjoy!

https://www.youtube.com/watch?v=yt1bGl-METE

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