Starbucks nel 2016 arriva in Italia. La trattativa quasi segreta con l’imprenditore Antonio Percassi.

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Avete mai visto la scena del film C’è posta per te (You’ve got the email – 1998) con Tom Hanks e Meg Ryan in cui il protagonista Joe Fox spiega il motivo per cui esistono posti come Starbucks?

“La ragione per cui esistono posti come Starbucks è che gente che non possiede la minima capacità di prendere decisioni deve prenderne almeno sei per prendere una sola tazza di caffè. Lungo, ristretto, con latte scremato, decaffeinato, con dolcificante, senza zucchero, con zucchero di canna ecc. Così gente che non sa mai che cavolo deve fare o perchè è al mondo riesce con soli 2,95 dollari ad ottenere non solo una tazza di caffè ma una decisa consapevolezza di sé.”

 Dal 2016 anche in Italia e precisamente a Milano si potrà essere catapultati in scelte di questo genere. Infatti per la prima volta potrà essere servito al bancone il frappucino targato Starbucks. In rete negli ultimi anni ci sono stati molti rumors intorno a questa storia, ma ora come annunciato dal Corriere della Sera finalmente l’accordo dovrebbe essere firmato entro Dicembre. In trattativa con la nota catena di caffè c’è Antonio Percassi, il presidente dell’Atalanta che dopo aver fatto felici tante donne con l’importazione del marchio Victoria’s Secret punta al rilancio importando Starbucks in Italia.

E’ una catena di caffetteria con sede a Seattle con un fatturato di circa 9 miliardi di dollari con negozi aperti in ben 67 paesi. Prende il nome da un personaggio del celebre romanzo di Heman Melville Moby Dick.

L’Italia è stato proprio il paese che fornì a Horward Schultz (fondatore e ideatore della Catena Starbucks) l’idea di creare un’azienda che portasse la cultura del caffè italiano negli Stati Uniti.

Non a caso i suoi primi bar si chiamavano Il Giornale (dal nome di uno dei più famosi quotidiani italiani). Naturalmente Schultz dovette adattare il rituale del caffè italiano alle abitudini americane e probabilmente è stato questo il motivo per cui finora il noto colosso di Seattle non ha aperto i battenti qui. Gli italiani sono abituati a godersi il caffè al tavolo, non prediligono i bicchieri di carta… hanno i loro quasi legittimi vizi intorno a questo rituale.

Nonostante queste resistenze sembra che il colpaccio si stia concretizzando e per riuscire a conquistare gli italiani le idee dei due imprenditori (Percassi e Schultz)si muovono su un piano tecnologico, il digital Starbucks. Via libera al wifi, allo Starbucks digital network che offre vari contenuti tra film, serie tv e notizie.

E’ un progetto che dovrà fare a botte con le opinioni degli italiani ma è un’occasione di apertura imprenditoriale a orizzonti che finora sono risultati vincenti in altri paesi. Il criticismo italiano fa uscire il fumo dalle tastiere leggendo in rete i commenti ma resta solo da vedere effettivamente com’è che l’idea italiana re-importata in Italia potrà andare d’accordo con gli italiani una volta concretizzata.

Simona Barra nasce a San Giorgio a Cremano 22 anni fa. Ha studiato al liceo classico Garibaldi di Napoli e ora frequenta la facoltà di Giurisprudenza presso la Federico II. Appassionata di cinema, musica, libri e sport ha iniziato quest'anno la collaborazione con il Domenicale News.