Verso il Napoli Comicon 2016- Il ritorno di Don Rosa a Napoli (e perchè non aspettavo altro).

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Ho intenzione a partire da questo articolo di presentare un po’ alla volta i vari ospiti (almeno in parte) del Napoli Comicon 2016, tuttavia non posso che iniziare a questo punto dall’autore che per quanto mi riguarda è il più atteso, sto parlando di Don Rosa.

Un fumettista statunitense di chiare origini italiane, che è entrato ben presto nei cuori degli appassionati Disney come l’erede spirituale di Carl Barks, quest’ultimo fu l’inventore di Paperopoli, di molti dei suoi abitanti, ma soprattutto di Zio Paperone, uno dei personaggi più apprezzati di sempre dai fan, nonostante la sua avarizia fosse proverbiale.

Don Rosa, nato a Louisville il 29 giugno 1951, esordì come autore completo nella seconda metà degli anni ’80 con la storia “Zio Paperone e il figlio del sole”, pubblicata dalla Gladstone, l’editore americano dei fumetti Disney dell’epoca, ma dopo pochi anni, per amor di precisione nel 1989, arrivò a una rottura con la casa editrice.

Ha sempre lavorato nel solco segnato da quello che lui ha sempre considerato il suo maestro e il più grande narratore del ventesimo secolo, Carl Barks; il rispetto, la devozione e l’amore con cui ha trattato nelle sue storie i paperi della Disney è incredibile, ma d’altro canto anche la sicurezza dei propri mezzi ha determinato il valore delle sue storie.

Seguì una strada, ritenendola giusta e non credo ci sia nessuno che gli possa dire di aver sbagliato.

Don Rosa riuscì a dare nuova linfa al personaggio con la pubblicazione in diciotto albi negli anni ’90 per conto della Egmont di una delle epopee più famose del fumetto disneyano, parlo di “The Life and Times of $crooge McDuck”, adattata in italiano come “Saga di Paperon de’ Paperoni”, come si intuisce dal titolo la storia narra la biografia di Paperone sin dai suoi primi anni di vita in Scozia.

Una storia assolutamente da non perdere e che tocca i temi più variegati, indugiando anche su argomenti che difficilmente possiamo trovare all’interno delle storie per esempio del classico magazine settimanale di Topolino che dopotutto a parer mio forse puntano su un target meno variegato rispetto a quello della Saga.

Nelle storie di Don Rosa, Paperone è un personaggio vivo e a tutto tondo, con il suo completo bagaglio di emozioni, con i suoi timori, con le sue aspirazioni che purtroppo, anche se solo in un’occasione, vengono macchiate dalla disonesta, ma nella Saga, Paperone è anche un personaggio che ama, in primo luogo i suoi cari rimasti in Scozia, mentre lui è in giro per il mondo in ricerca di fortuna, ma ama anche Doretta Doremì, nonostante in quest’ultimo caso, l’amore resti alfine incompiuto, qualcosa di più vicino a un “sarebbe potuto essere”…

Corredato all’articolo ho pensato fosse interessante mostrarvi anche l’albero genealogico dei paperi, ideato proprio da Rosa, in modo che per una volta, possiate farvi un’idea dei vari rapporti di parentela, troppo spesso alterati da storie altrui che di canonico non hanno e non vogliono avere nulla.

Ma Don Rosa non è solo la saga, la sua intera produzione, è stato attivo nel mondo Disney dal 1987 fino al 2006, è di primissimo piano con molte storie che sono dirette continuazioni proprio di quelle di Carl Barks, il suo padre putativo nel mondo del fumetto.

Ecco, uno dei motivi per non perdervi questo prossimo Napoli Comicon è proprio il ritorno di Don Rosa dopo ben tredici anni di assenza, e sono sicuro che tale attesa sarà ben ripagata, ci scommetto un decino…

Maura Messina, art-designer napoletana, classe 1985. Da sempre sensibile alle tematiche ambientali, in particolare al dramma della terra dei fuochi. Dal 2014 collabora con varie testate giornalistiche. Autrice del libro illustrato autobiografico “Diario di una kemionauta” e del romanzo distopico “4891 la speranza del viaggio”, editi da Homo Scrivens. Ha partecipato a numerose mostre d’arte come pittrice. Il suo motto è: per cambiare il mondo basta napoletanizzarlo.