“Calata Trinità Maggiore, 53”: Napoli capitale del cinema

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Si chiama Calata, ma è una Salita, verso un mondo di tesori, d’arte e tradizioni e non è un’autobiografia e nemmeno un saggio storico o uno scritto artistico-letterario.

Salvatore Gramaglia, l’autore del libro “Calata Trinità Maggiore, 53-memorie e storie di cinema e cinematografo a Napoli-”, ci accompagna nei suoi ricordi sopiti e mai rimossi, in un magico sentiero lungo circa trent’anni.

Ci sono stati altri tentativi di narrazione, sulla settima arte a Napoli, ma il nostro testo rappresenta un documento unico, nel suo genere, perché scritto con inchiostro d’anima e passione, da chi ha lavorato e vissuto in quei luoghi.

Durante la presentazione del libro, avvenuta il 23 gennaio u.s., nel Teatro Bellini, Gramaglia ha srotolato l’intera pellicola delle sue memorie, trasmettendo forti emozioni agli spettatori e giungendo egli stesso più volte alle lacrime. Eravamo nella sala, proprio sotto il palco del teatro: la caldaia non c’era più, ma lui la vedeva e si vedeva lì…bambino.

ListenerChe Napoli, negli ultimi anni dell’Ottocento, sia stata la capitale del cinema, è noto ai più. Infatti, nel 1896, nella Galleria Umberto I, furono effettuate le prime pionieristiche proiezioni, grazie a un venditore di grammofoni e dischi, il padovano Mario Recanati, il quale importò una macchina Lumiere e delle pellicole, con lo scopo di   fare pubblicità ai suoi negozi. Ma finì per aprire un cinema, la Sala Recanati. Nel giro di pochissimi anni, tanti imprenditori seguirono il suo esempio e le sale divennero una ventina, accompagnate da sei riviste di settore: la città partenopea diventa così volano di quel fenomeno che, di lì a poco, si svilupperà in tutta Italia.

Stiamo parlando dell’industria del cinema.

Colui che intuì il futuro successo del mezzo cinematografico fu il napoletano Gustavo Lombardo: il fondatore del primo vero stabilimento di produzione cinematografica, della rivista di cinema LUX, della società SIGLA (acquisendo il monopolio di quasi tutte le case di produzione, sia italiane che estere), della LOMBARDO FILM (scritturando artisti e registi di elevatissimo calibro), e nientemeno del colosso TITANUS.

Di personaggi e, soprattutto, di persone coinvolte nella magia di questo percorso, potremmo raccontarvi tanti fatti ed eventi, ma non riusciremmo mai a farvi percepire la bellezza di queste 93 pagine.

Forse 92, perché ce n’è una brutta, la novantesima.

Salvatore, però, continua a sognare: “Si pensi a tutta la cinematografia prodotta in questa regione ed agli artisti che vi hanno preso parte nei vari ruoli, si pensi a Totò, Peppino, Eduardo, ma anche a tutta la filmografia della Loren, Rosi, De Sica, Troisi che fanno parte della storia del cinema, per comprendere la necessità di cominciare a pensare ad una salvaguardia di tanto incommensurabile patrimonio”.

E sogniamo anche noi…

 

 

Venuta al mondo in casa, in una piovosa domenica di novembre, grazie ad un’ostetrica che aveva appena festeggiato il suo 90° compleanno. Docente da sempre, criminologa per passione, mediatore per incrementare lo stipendio dello Stato, artista per talento naturale, ma è ancora alla ricerca di un’occupazione seria e, per questo, non ha mai smesso di studiare. Dotata di una tenacia notevole, non abbandona mai ciò che intraprende, costi quel che costi. Tralasciando i 1001 difetti, è spudoratamente leale ed onesta. Sensibile ed estroversa, alterna brevi periodi di terapeutico isolamento, per sopravvivere in questo mondo corrotto e dominato quasi esclusivamente dall’interesse. Maleducati, prepotenti e presuntuosi devono tenersi a distanza di sicurezza. Detesta tutto ciò che è artefatto, la follia tecnologica e il febbrile consumismo.