Coronavirus e senzatetto: sostegni ed iniziative in favore di chi non può “restare a casa”. L’odissea di chi vive per strada

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di Alessandro D’Orazio

Oltre alle note difficoltà che tutti gli italiani stanno affrontando in questi giorni, se ne è aggiunta un’altra – probabilmente mai tenuta in debita considerazione – e che sta destando grande preoccupazione nei riguardi di chi una casa non la possiede, vale a dire i senzatetto.

Si stima, infatti, che nelle principali città del Paese vi siano più di cinquantamila persone senza fissa dimora. In concomitanza con l’emergenza Covid-19 molte delle strutture che avrebbero potuto ospitare gli sfortunati indigenti funzionano in modo discontinuo a causa dell’assenza di volontari o in alcuni casi sono del tutto chiuse.

In un clima di profonda incertezza le stesse associazioni laiche o religiose, principali sostegni degli emarginati, lamentano di non aver ricevuto le necessarie indicazioni su come gestire l’emergenza nonostante la problematica sia stata più volte messa in risalto. Già dal 10 marzo, ad esempio, il centro di accoglienza della Stazione Termini di Roma “Binario95” insieme all’Osservatorio nazionale della solidarietà nelle stazioni italiane aveva sollevato la questione aggiungendo al noto hastag #iorestoacasa il ben più concreto #vorreirestareacasa.

La difficoltà principale è ovviamente quella di gestire isolamenti e quarantene in una popolazione senza fissa dimora; circostanza che rende pressoché impossibile l’adozione di efficaci misure volte al contenimento dei contagi. La Protezione Civile nazionale – Unità di crisi, durante la consueta conferenza stampa del 12 marzo, ha demandato tutto a Regioni e Comuni. Il Capo del Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, rispondendo ad una domanda sugli interrogativi posti da Caritas e Binario95, ha rinnovato l’appello alle amministrazioni ad organizzare strutture per accogliere i senza fissa dimora.

Lodevoli iniziative in favore dei più sfortunati sono comunque proliferate in numerose città italiane. A Napoli la Comunità di Sant’Egidio e la Croce Rossa effettuano la distribuzione di pasti, coperte e vestiti. Il Comune partenopeo ha inoltre sanificato i dormitori pubblici, fornendo le mascherine al personale impiegato nei servizi.

A Vicenza sono state installate delle tende all’interno del cortile dell’ex studentato di San Marco. Da Forlì invece il Comune garantisce i pasti e lascia i dormitori aperti giorno e notte, così come a Genova; a Catania la Caritas mantiene l’Unità di Strada con annessa distribuzione di pasti. A Palermo i dormitori comunali restano aperti anche di giorno in modo da offrire un tetto a chi non ce l’ha. Insomma, in un momento di particolare difficoltà e nell’attesa che questa immane pandemia abbia termine, la solidarietà di tanti volontari e di una gran parte delle istituzioni non si è fatta attendere.

 

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.