Dimmi chi sei…

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di Alessandra Hropich

Quando ci si presenta agli altri, la prima cosa che diciamo è: “Piacere mi chiamo ….”
Poi l’altro, per farsi un’idea di te, ti chiede in genere: “Cosa fai nella vita?”
Questo perché si ha l’abitudine di definirci e definire l’altro in base a ciò che facciamo e non in base a ciò che siamo.
“Chi sei?”
“Cosa ti fa battere il cuore?”
“Qual’è la tua missione e perché, fra tanti, fai la differenza?”
“ A parte ciò che fai, perché lo fai ogni giorno della tua vita?”

Tutte domande che hanno ben altro significato.
Quando mi trovo a colloquio con i miei intervistati, che siano Presidenti di Società, Politici o altro, mi capita di ascoltare, dopo le domande di rito, particolari della loro vita raccontati con assoluta tranquillità e gioia.
Tutti conoscono un Ministro, ad esempio, ma chi conosce cosa realmente è lui nella sua vita privata? Cosa pensa? Cosa lo emoziona davvero? Va a donne? È un bravo marito oppure è un violento? È un papà? Cosa desidera tra le cose che non ha? Chi è veramente quando si mette la sera a dormire?
Il Ministro o il Presidente di Società per tutti è una sorta di robot a cui si affidano mille mansioni, il lato privato, per molti, è qualcosa di quasi inesistente perché si identifica con il ruolo pubblico.
Riuscire a mettere a nudo le persone, non è cosa da tutti e così, un’ intervista che doveva durare max trenta minuti, come da accordi, diventa non di rado, per me,  una conversazione di due ore durante le quali, il mio interlocutore, mi accorgo, ama confidarsi chiedendomi di non scrivere quanto rivelato.
Chi la chiama ” empatia “, chi la definisce come stima o fiducia nei miei confronti è certo che anche il più potente di questa terra ha bisogno di raccontarsi, il potere dà prestigio e sicurezza ma non dà tante altre cose che ciascuno vorrebbe, sogna, vive ma non dice.
Il raccontarsi, mi sembra ogni volta, che rappresenti il momento più bello per molti miei intervistati ed è così ormai da tempo.
Si abbellisce il viso e lo sguardo di ogni persona quando mi racconta di sé, finalmente il volto di ciascuno diventa radioso (me ne accorgo ogni volta) perché il mio interlocutore abbandona quella maschera del viso contratto tipico di chi ha un ruolo di peso. Gli occhi aridi diventano dopo un’ ora di conversazione, distesi e sereni. Sono un’ attenta osservatrice e non mi sfugge lo sguardo di una persona perché può rivelare un milione di cose e stati d’animo.
Del resto conosco uomini ricchi e famosi a cui manca il potersi raccontare, non sempre i loro racconti sono idilliaci, la vergogna non di rado prende il sopravvento ma in tanti ormai sanno che io sono un’ ascoltatrice discreta e, al bisogno, una consigliera, mai un giudice, chi ti confida qualcosa, ti affida una parte nuda di sé e solo tu puoi vederla.
“C’è una maschera per la famiglia, una per la società, una per il lavoro. E quando stai da solo, resti nessuno!”
L. Pirandello

Mi rendo conto quasi ogni volta chi sono realmente le persone che vado ad intervistare, ho davanti a me, la loro anima messa a nudo ed i loro racconti sono spesso imbarazzanti per loro, non per me visto che ci sono abituata.
Ci sono mille pregiudizi e paure in tutti, del resto, Blaise Pascal diceva: “Gli uomini sono tormentati dalle opinioni che hanno delle cose, non dalle cose stesse!”
Il giudizio è quello che condiziona le persone, l’ idea che si ha di una cosa è capace di bloccare letteralmente una persona.
Perché ciascuno ed anche  le persone che rappresentano le Istituzioni o settori importanti (quindi persone con un’ immagine pubblica ben precisa) non sono esattamente come appaiono, anzi!
Ed ecco che il confidarsi con me rappresenta non di rado un’ unica occasione per spogliarsi del ruolo e parlare di loro stessi alla confidente, sento di diventare, ad intervista conclusa, una sorta di psicanalista affettuosa che si limita ad ascoltare o consigliare (laddove mi viene richiesto).
Credo che a ben pochi giornalisti capiti di approfondire, quando si trovano a tu per tu con l’ intervistato, aspetti privatissimi che non debbono essere pubblicati.
Ma è la stessa empatia che ho con i lettori e i consigli che dò nei libri o a voce mirano ad aiutarli affinché emergano le loro potenzialità, a trovare la loro strada facendo emergere quei blocchi emotivi che impediscono la piena realizzazione di sé.
Va detto che moltissime persone vivono bloccate dalla paura di qualsiasi cosa e, cercando di ripararsi da tutto e tutti, finiscono con l’ aggrapparsi alle poche certezze, non vivendo più.
È esperienza comune alla maggior parte delle persone il sentirsi “limitate”, “incatenate” da paure, convinzioni personali e condizionamenti che provocano dolore insopportabile ma a cui nel tempo ci si abitua e ci si adatta. Pertanto il mio scopo, sia quando parlo ai miei lettori o nei Convegni o ai miei intervistati è quello di far comprendere che ogni persona è unica ed irripetibile e desidero che ciascuna possa scoprire e realizzare la propria unicità, il proprio valore.

“Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe” (Madre Teresa di Calcutta).

Ed ancora altre parole di madre Teresa di Calcutta:
“Prometti a te stesso di parlare di bontà, bellezza, amore a ogni persona che incontri; di far sentire a tutti i tuoi amici che c’è qualcosa di grande in loro; di guardare al lato bello di ogni cosa e di lottare perché il tuo ottimismo diventi realtà”.

Quindi, al di là degli abbellimenti, recite, maschere di uomini che si presentano come splendidi, potenti e prossimi ad incarichi più importanti o ruoli strategici ( solo per rendersi interessanti) o donne abili soprattutto nel mentire, mi piacerebbe sempre poter dire a tutti: ” Getta la maschera e non dirmi chi vorresti essere. Piuttosto dimmi chi sei!”

Alessandra Hropich, tra le varie attività è anche autrice di diversi libri, tra cui il secondo interamente dedicato alla felicità, per informazioni: http://youcanprint.it/la-felicita-ve-la-do-io/b/62150c3f-b50b-5a3d-a224-ed8dd9c9c6b1

Scrittrice e Pubblicista. Esperta di tematiche sociali, Relatore, Opinionista. Mi occupo di Comunicazione aziendale, Istituzionale e politica. All' Avvocatura ho preferito la Comunicazione perché adoro raccontare la realtà, fatti rigorosamente veri.