La Casina Vanvitelliana, suggestiva riserva di caccia dei Borbone

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di Gemma Delle Cave

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Circondata dalle acque del lago Fusaro di Bacoli, e collegata a breve distanza dalla riva da un piccolo ponte di legno, la Casina Vanvitelliana è un’opera architettonica di stile tardo barocco-rococò, costruita alla fine del XVIII secolo. Il re Ferdinando IV di Borbone la commissionò all’architetto Luigi Vanvitelli, e fu completata nello stesso secolo dal figlio Luigi. Così facendo, il re con il suo volere ha contribuito a riqualificare una zona diventata paludosa e insalubre da anni, a causa di razzie e saccheggi messi a punto dopo la caduta dell’Impero Romano.

La Casina sorge su un piccolo isolotto, già esistente da prima della sua realizzazione, ed ha una pianta ottagonale disposta su due piani, tipica di costruzioni reali destinate a spazi per la caccia e la pesca. Al piano superiore, è presente un ampio terrazzo, da cui godere di una vista spettacolare su tutto il lago ed il territorio del Fusaro, fino a scorgere Miseno ed anche l’isola d’Ischia. Il ponte di legno collega la Casina alla riva, dove è situato un piccolo parco, il Parco Vanvitelliano del Fusaro, impreziosito di un giardino storico rigoglioso. Proprio questa sua atmosfera quasi fiabesca ha fatto da scenografia ad alcuni film famosi, tra cui ricordiamo “Ferdinando e Carolina” di Lina Wertmüller.

Inizialmente, il Real Sito Borbonico è stato concepito come riserva di caccia, ospitante esclusivamente i membri della famiglia dei Borbone. Successivamente è stato adibito anche a residenza di personaggi illustri, tra cui altri reali stranieri come l’imperatore d’Austria Francesco II e lo zar Nicola di Russia, ed il re Vittorio Emanuele III. Hanno oltrepassato, inoltre, la soglia della Casina Vanvitelliana anche Luigi Einaudi, Rossini, Mozart ed il pittore Giacinto Gigante.

Adora l’arte e i viaggi, cui si dedica appena ho del tempo libero. Parla due lingue, inglese e francese, e sta imparando la terza. Leggere è il suo pane quotidiano: ha una piccola libreria piena di grandi classici, una continua fonte di ispirazione per lei. Dipingere è la sua passione da sempre, tanto che si può dire sia nata con matite e pennelli in mano e non avrebbe mai immaginato che, a breve, sarebbe diventata un ingegnere chimico…