L’Antipolitica, il web e la casta che mangia le brioches …

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Antipolitica e web, gente comune e partiti. Il dibattito si allarga di giorno in giorno ma credo che su alcuni punti sia necessario fare un minimo di chiarezza. Una giusta dose di antipolitica è fisiologica in una democrazia, è la medicina che aiuta a correggere la rotta quando occorre e a non perdere mai di vista le trasformazioni e i bisogni di una società. L’antipolitica diventa quasi patologica quando ci si trova al cospetto di una classe politica come la nostra. Se il cittadino comune ogni mattina sfoglia il giornale e “scopre” l’elenco interminabile dei costi, degli odiosissimi privilegi e degli sperperi della politica, s’indigna e farà sentire la sua protesta, ma la protesta finirà poi in piazza, quando va al supermercato e si accorge, dalla sera alla mattina, che un pacco di pasta, non di caviale, gli costa qualche euro in più al chilo. La notizia fresca di giornata, che vede in Regione Emilia coinvolti tutti i gruppi, esclusa la lista civica di Franco Grillini, aggiunge sconcerto alla disperazione. Pensate, è stato chiesto anche un rimborso di 0.70 centesimi per andare in un bagno pubblico. Dobbiamo provvedere anche alle loro urgenze fisiologiche.


E’ allora che la protesta diventa antipolitica: la rivendicazione gridata di un diritto all’ascolto che è anche la riaffermazione del diritto a vedersi riconosciuta la propria identità e il proprio ruolo. Il successo del web e della comunicazione è la conferma di questa esigenza primaria che riaffiora nei momenti di crisi profonda di una società. Anche i blog che spopolano in rete, nel loro linguaggio a volte crudo ed estremo, indicano qualcosa di ben diverso da ciò che appare in superficie. Non esprimono soltanto la voglia di cancellare la politica, ma soprattutto di rinnovare la politica.

L’onda d’urto della protesta via internet non sta tracciando nel nostro paese l’inizio di una rivoluzione antidemocratica ma sta segnalando il bisogno di ritrovare presenza ed appartenenza. I sondaggi a cui la politica ricorre ormai abitualmente per scandagliare gli umori dell’elettorato, sono uno strumento parziale e passivo d’indagine; i blog, il web in generale con tutti i loro limiti, sono uno strumento molto più libero e attivo e quindi ben più impegnativo. Sono una chiamata al senso di responsabilità e all’azione. I blog non sono la voce del popolo, non tutti possono cliccare su un sito, né internet sostituisce la politica e i partiti degni di questo nome ( ma esistono?) in grado di decidere ed agire.

Un’ulteriore conferma del desiderio di politica che paradossalmente si nasconde dentro il vuoto della politica è l’altro fenomeno di questo scenario in movimento. Chi ironizza sull’associazionismo, sui circoli dei cittadini e li liquida come un’invenzione effimera e poco più che virtuale, non coglie l’importanza della loro funzione. I circoli e le associazioni sono l’antidoto naturale all’antipolitica, perché restituiscono a chi ne fa parte non solo voglia di protestare ma voglia di fare e partecipare e perché obbligano chi fa politica all’attenzione e alla comprensione.

Le nefandezze della casta dei nominati, degli inquisiti e dei senza pudore ormai è rigorosamente bipartisan: i campioni dell’effimero e della vergogna hanno prima vessato i cittadini votando tutto e il contrario di tutto insieme al governo dei tecnici, adesso, in questa triste rappresentazione autunnale, sparano un fuoco incrociato su Renzi che ha pensato di farci un bel regalo con Job act, affini e collaterali. Nonostante gli appelli (finti) del Presidente della Repubblica, si voterà ancora con  un sistema elettorale vergognoso ( brava la Boschi), per la gioia di tutti ( che nel mentre stanno riempiendo le liste di parenti, amici e lacchè). Nulla da dire, di fronte alle “questioni” fondamentali della vita (del tipo: “come faccio ad aumentarmi lo stipendio e a mantenere i privilegi pensionistici alla faccia dei contribuenti e dei pensionati”) smettono di colpo di litigare e trovano un’armonia che di simili non ce n’è neppure in un tempio zen. Gli atteggiamenti di questa classe politica (sigh!) sono quelli di chi non capisce ciò che sta succedendo. Le brioches a una folla che protesta non hanno mai funzionato, da Maria Antonietta in poi… 

Nasce nella terra di San Ludovico, divide il suo tempo tra l' Ateneo Federiciano e il Domenicale. Laurea in Scienze dell'Amministrazione e dell'Organizzazione alla Federico II. Da ragazzo voleva fare il critico cinematografico ma ha rinunciato perchè " il cinema è una cosa troppo seria per confonderla con i giornali". Ha diverse passioni, tra queste: parlare con la figlia Ludovica e "passare più tempo possibile davanti al mare" . Specchio d'acqua di riferimento: il porto di Palinuro. E' ardente ammiratore di Paolo Sorrentino, Joe Barbieri e Paolo Conte...Odia le persone che lo toccano quando parlano e non smetterebbe mai di parlare del Napoli. Il suo attuale "pensatore" di riferimento è Hirving Lozano.