Peter Sellers uno e trino

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di Christian Sanna

Fu un infarto a chiudere il sipario sulla vita straordinaria (e malinconica) di colui che una volta disse: “Se mi chiedessero di interpretare me stesso, non saprei cosa fare. Non so chi o cosa sono”. Il 24 luglio del 1980 a soli 54 anni si spense Peter Sellers e da quel momento il cinema perse la luce di un genio dal talento purissimo e dai mille volti; un uomo votato alla disperazione e alla nostalgia, tormentato dalle insicurezze ed in prerenne crisi di identità.

In breve tempo divenne una star della radio e del cinema, acclamato a livello internazionale per la bravura nell’interpretare ruoli sia comici che drammatici. Aveva tutto, Peter. Tranne la felicità. La passione per le auto veloci rifletteva un uomo che si specchiava in quell’inquietudine che lo portava ad innamorarsi impetuosamente di un progetto o di una donna. Ogni volta un colpo di fulmine, qualcosa di immediato e totalizzante che bruciava in fretta, forse troppo per tentare di ispirare una stabilità che non si saprà mai quanto avesse potuto incidere sulla normalizzazione di un’esistenza senza depotenziarne il talento.

Alcuni suoi colleghi dissero che girare un film con lui era esilarante, si faticava a non scoppiare dal ridere. Ma quando finiva di lavorare e si spegnevano le luci, nel Sellers uomo scendeva il buio, diventava cupo e triste. Non riusciva a godersi la fama ed i soldi. Non seppe godersi la vita di privilegiato che negli anni si era costruito con merito e fatica. Colui che interpretò con maestria il rocambolesco ispettore Clouseau fu non solo un personaggio complesso ed un attore inarrivabile, ma anche un uomo molto apprezzato dalle donne. La sua vita sentimentale fu alquanto movimentata: quattro matrimoni all’attivo possono bastare a rendere l’idea?

Anne Howe, Britt Ekland, Miranda Quarry e Lynne Frederick, questi i nomi ed i cognomi delle donne donne con cui cercò di metter su famiglia. Le magie degli incontri, le fasi degli innamoramenti, la gioie iniziali e le passioni. I figli. Sellers fu un padre probabilmente non molto vicino al modello ideale. Ci provò, Peter. Ci tentò, Peter. Uno che non crede nell’amore non si sposa ben quattro volte.

Ma la passione per la velocità lo portò a consumare tutto. In un rapporto d’amore, finita la benzina, se non fai rifornimento come con le auto, resti a piedi. E se l’attore teneva sul set brillantemente la scena ed era sempre in forma sfavillante, probabile che l’uomo volesse scendere dal piedistallo del mito che lui con la sia bravura si era clamorosamente ed inconsapevolmente cucito addosso. Peter “scappava” da una vita affollata di donne meravigliose e di auto veloci, una vita di successo sempre in prima pagina per andare a rifugiarsi fra le braccia della sua insicurezza mai curata.

Per Sellers furono importanti gli amori perduti, le nostalgie, le infatuazioni non corrisposte per qualche sua collega, le incompresioni, qualche flop nella sua carriera. Con i registi Kubrick e Blake Edwards i suoi momenti al cinema più alti ed intensi. In Il dottor Stranamore fu uno e trino, interpretando magistralmente tre personaggi. Fu così meraviglioso che Kubrik in un’ intervista dichiarò: “Si dà il caso che io ritenga Peter Sellers uno dei più grandi attori del momento. E credo che nessun altro sia in grado di interpretare altrettanto bene quei ruoli. Per me è come avere tre grandi attori diversi”.

In Oltre il giardino la prova della maturità che gli valse una candidatura al Premio Oscar come miglior attore protagonista. Interpretò un giardinere analfabeta, un uomo semplice educato dalla televisione che diventa per la sua saggezza un punto di riferimento per una ricca famiglia. Fu l’ultimo guizzo artistico di grande bellezza dell’attore britannico. Non è escluso che la sua grandezza derivasse in gran parte anche da quel senso di incompiutezza e di inadeguatezza che lo attraversarono. Peter Sellers fu un magnifico colpo di fulmine, impossibile restare indifferenti dinanzi al suo talento. Da qualche parte ho letto che era segretamente innamorato (non corrisposto) della Loren. Del resto chi in quegli anni fantastici non era innamorato della bellissima Sofia?

Provo a descrivermi in una frase, ma è un pò come rinchiudere il mare in un bicchiere. Allora potrei definirmi "Un solitudinista visionario animale sociale ed un cercatore di spiritualità, tutto occhi ed inquietudine, perdutamente innamorato dell'Idea che non è ancora riuscito ad afferrare, col cuore di cristallo. Fregato dai sentimenti". Ritengo superfluo aggiungere i titoli di studio conseguiti, i lavori svolti, gli eventi culturali organizzati e presentati, gli impegni nella politica e nel sociale. E se a qualcuno sta balenando in mente l'idea ( sbagliata) che io possa essere un insopportabile presuntuoso, sappia che è appena caduto nella rete che ho preparato. Io voglio che a parlare per me siano gli articoli; i lettori più attenti ci troveranno frammenti d'anima.