Quarant’anni fa moriva Stefania Rotolo, la ragazza che portò la disco music nelle case degli italiani.

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di Fabio Buffa

 “Esiste il feeling ed il carisma. Io credo di avere feeling. Che cos’è? E’ una energia emotiva verso qualcosa o qualcuno; quando ballo sento un feeling per la musica nera, un feeling verso gli artisti neri che comunicano con il corpo attraverso la danza“.

40 anni fa Stefania Rotolo ci lasciava, un cancro ce la portò via. La portò via ad un pubblico che le voleva bene, come ad un’amica, che il solo pensiero che ci sia, ti rallegra.

Stefania era cantante, ballerina e conduttrice, ma soprattutto fu una delle poche donne del mondo dello spettacolo a rappresentare un’accattivante sintesi tra queste tre arti.

Nacque a Roma il 23 febbraio 1951, da padre pugliese e madre austriaca, quest’ultima era danzatrice in un gruppo che si esibiva con Erminio Macario. A 13 anni la Rotolo fa parte delle collettine (e dei collettoni) della trasmissione di Rita Pavone “Stasera Rita”. Fu scelta dal coreografo Don Lurio, che capì subito di avere a che fare con una futura star.

Il coreografo e ballerino Franco Estill la nota e le propone di andare con la sua compagnia in Messico per un tour: il Sudamerica affascina Stefania che decide di stanziarsi in modo permanente, complice l’amore per il musicista brasiliano Tyrone Harris, che le regala la figlia Federica (nata nel 1972), cantante pure lei e partecipante a Sanremo 2007.

Stefania e Tyrone si separano e la ragazza, con la piccola figlia, torna in Italia. Dopo aver lavorato nel Cantagiro del 1975, entra nel cast di “Felicibumta” di Garinei e Giovannini e recita nel film “La mafia mi fa un baffo”. Dopo una bella collaborazione con Charles Aznavour, conduce “Piccolo Slam”: è il 1977 e con questa trasmissione di Rai uno la disco music (e la discoteca) entra, attraverso la tivvù, nelle case degli italiani. Dirà in un’intervista: “la disco music non morirà mai, perchè permette a tutti di ballare“. Ci aveva visto giusto.

Con lei c’è Sammy Barbot; l’esuberanza di Stefania e la dolecezza caraibica di Sammy creano un mix che piace subito al pubblico, giovani e meno giovani.

Il Piccolo Slam viene replicato nel 1978, trascinando con sè i successi delle sigle cantate dai conduttori.

E’ il periodo della TV ironico-impegnata-sperimentale degli anni ’70 e la Rotolo è chiamata ad esibirsi in un’iconda della Rai di allora: “Non Stop”, quella che rese famosi Troisi, Verdone, Nuti, Zuzzurro e Gaspare.

Nel 1979 conduce “Tilt”, con Gianfranco D’Angelo, una trasmissione con un’ampia fascia di età di riferimento, partendo dai bambini, che ballavano davanti al televisore seguendo le movenze di Stefania Rotolo e di due giovanissimi partner che danzavano le canzoni dei cartoni animati.

Cristiano Malgioglio, Corrado Castellari e Marcello Mancini le scrivono la canzone “Cocktail d’amore” che Stefania canta con una malizia e una sensualità uniche.

Nel 1980 la Rai assembla tutti i balli di Stefania Rotolo a Tilt, per rappresentare l’Italia al Festival della Tv di Montreux.

Nello stesso anno la nostra artista passa a Canale 5, ma poco dopo un male feroce si impadronisce di lei: Stefania lotta come una tigre per sconfiggerlo, dopo l’operazione è al Bussoladomani in Versilia in concerto, ma nell’estate 1981 il cancro ce la porterà via.

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