Se questo è un uomo…

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Piazza Garibaldi, ieri sera, ore 21.30 circa. Mi trovo nei pressi stazione centrale perché, insieme ad un gruppo di giovani, i “Volontari nella notte”, stiamo distribuendo panini e acqua ai senza fissa dimora della zona. Siamo una trentina di persone che ogni martedì si riuniscono per portare un po’ di cibo  a chi, probabilmente, non mangia da giorni.  L’iniziativa è partita da due giovani, Marco e Andrea, che hanno cominciato quasi per caso, nell’aprile scorso, e da allora hanno radunato decine di persone (molte giovanissime), desiderose di “sporcarsi le mani” e di dare un sorriso a chi è in difficoltà.  Il tutto, in maniera volontaria e soprattutto anonima, senza riconoscimento alcuno e soprattutto senza sbandierare ai quattro venti quello che fanno. Incontriamo persone di ogni tipo, africani,  rom, neri, bianchi, cristiani, musulmani. Che si mettono in fila, silenziosi e con gli occhi tristi, aspettando pazientemente il proprio turno. Un centinaio in media, ogni settimana. Ieri forse di più. Ebbene, torno alla mia cronaca di ieri. Veniamo avvicinati da un gruppo di poliziotti della POLFER che ci chiede aiuto perché al binario 10 c’è un gruppo di siriani che non ha nulla da mangiare, e ci sono anche dei bambini Raccogliamo quello che ci è rimasto, panini, un po’ di acqua e qualche pacco di biscotti, e andiamo al binario 10. Arrivati lì, non crediamo ai nostri occhi: una decina di adulti, tra uomini e donne che hanno con sé altrettanti bambini. Il più piccolo di 2 mesi, il più grande non supera i 4-5 anni. Una scena da film, davvero.


I volti stanchi, provati, spaventati. Non parlano l’italiano ma un po’ lo capiscono. Arriva il mediatore culturale, ci spiega che sono partiti da Bari e hanno intenzione di arrivare a Milano.  Ma come? E perché? Perché lì, forse, troveranno un po’ di accoglienza. Già, perché a Napoli non esiste un centro di prima accoglienza a quanto pare. Ci diamo da fare, per quel che possiamo, andiamo a comprare del latte e dei pannolini per i bambini. Stiamo un po’ con loro, cerchiamo di farli sorridere –  molti di loro non sorridono da tempo-, proviamo a capire, insieme ai poliziotti (che svolgono un lavoro eccellente e si trattengono anche al di fuori dell’orario di lavoro, mi sembra giusto sottolinearlo) che ne sarà di queste persone. Pare che siano rifugiati politici. In un paese, una città, che non può offrirgli nemmeno un tetto sotto il quale dormire. Ma…di chi è la competenza? Chi dovrebbe, anzi, deve, farsene carico? A chi spetta garantire un po’ di dignità a queste mamme e papà, a questi bambini, a questi esseri umani?  Le mie domande, le domande di tutti noi che ci troviamo lì non trovano risposta.  Uno tra noi fa notare che ci sarebbe bisogno, forse, dell’intervento di un assistente sociale.  Un giudice minorile, magari. In televisione accade cosi. Cavolo, ci sono dei neonati che a stento hanno un vestitino, molto malconcio, addosso.  Provo a collegarmi a internet per “trovare una soluzione”, riesco a recuperare un paio di numeri di telefono e chiamo, ma ovviamente non risponde nessuno. I centri di accoglienza chiudono alle 20.30. Per favore, le emergenze la prossima volta devono capitare ad un orario più decente, non alle dieci di sera quando ormai non ci sono quasi più treni per il Nord e quando chi dovrebbe interessarsi di queste cose non è raggiungibile. Nella stazione centrale di una delle città più importanti della penisola, tra l’indifferenza di qualcuno e l’operosità di molti, non si riesce a offrire un riparo a queste persone. Incredibile ma vero. E’ successo ieri, come mille altre volte e purtroppo succederà ancora. Ed io  continuo a pensare come sia possibile una cosa del genere. Caro De Magistris, cari politici, cari addetti ai lavori, dove siete? Ma lo sapete che mentre voi vi trastullate tra la burocrazia, la gente muore di fame e di freddo? Come fate a dormire tranquilli sapendo di non poter affrontare una emergenza cosi, come le tante altre che accadono nella nostra città ogni giorno? Torno a casa, con tanta rabbia e tanta tristezza nel cuore. Mi arriva un sms di un volontario che mi dice che  sono partiti, li hanno fatti salire su un treno per Milano, dove, chissà, forse verranno accolti meglio che qui.

  • Per info e curiosità potete visitare la pagina FB del gruppo “Volontari nella notte”.

Classe ’85, una laurea specialistica in Economia e gestione delle imprese nel cassetto e un tesserino da giornalista pubblicista nel portafogli. Permalosa e testarda, non perde occasione per “fare polemica” ed è definita dai suoi amici come una “presenza che si fa sentire, una che pensa una cosa e ne fa cento”. Cattolica, appassionata di musica e libri, adora stare in mezzo alla gente. Si è avvicinata al giornalismo nel 2008 quasi per caso e da allora non lo ha più lasciato: scriverebbe sempre (se solo glielo lasciassero fare!). Ha una insana passione per la politica e per il territorio in cui vive.