Viaggio al termine di Posillipo

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Avevamo lasciato Angelo Petrella sulle tracce dell’Isis, ora lo ritroviamo alle prese con una storia torbida di sesso e sangue ambientata nella sua Posillipo, una sorta di Beverly Hills partenopea che, però, dietro il perbenismo di facciata, nasconde disordine e affari loschi.

Denis Carbone, il protagonista di Fragile è la notte (Marsilio editore) è un ispettore molto ellroyano, alcolizzato, refrattario alle regole, scampato per un soffio alla galera, in crisi personale e sentimentale, con la passione per il jazz. Viene confinato nel commissariato di Posillipo dove la noia prevale su i crimini, almeno fino a quando una ricca signora non viene trovata sfracellata all’interno della sua lussuosa villa.

Questo è lo spunto per iniziare un’indagine spericolata che si trasforma in un viaggio nelle notti della periferia ovest ma anche in un percorso interiore di redenzione per l’ispettore Carbone. Inseguito dai suoi demoni e dai suoi potenti nemici, riuscirà a sbrogliare la matassa dopo una rocambolesca irruzione in una villetta del Moiariello, uno dei tanti quartieri nascosti di Napoli dove il confine il caos edilizio cede il passo alla campagna.

Ecco, allora, che Petrella ha voluto disegnare una mappa insolita di Napoli, rifuggendo i luoghi comuni e gli stereotipi. Una volta delineato il contesto geografico con tanta attenzione, l’autore ha saputo costruire una trama perfetta, dimostrando di saper padroneggiare gli elementi del noir a proprio piacimento pur concedendosi qualche variazione sul tema rispetto alla narrazione più classica.

Ne è venuto fuori un prodotto di assoluto livello che va molto al di là del semplice intrattenimento o del gioco intellettuale per individuare gli assassini. Petrella ci mostra un mondo corrotto, sporco, deviato. Il suo ispettore non è né un eroe né un anti eroe, più semplicemente è un uomo con tante debolezze, sempre in bilico tra la ricerca del bene e la tentazione del male. È un personaggio da hard-boiled hammettiano che si muove tra Lago Patria e Castel Volturno, anziché fra le colline di Hollywood e il Sunset Strip.

L’operazione è sicuramente riuscita. Ora non resta che aspettare con grande curiosità i prossimi episodi e la serie televisiva che sarà ricavata dalle scorribande dell’ispettore Carbone.

Gianluca Spera, classe 1978. Di professione avvocato da cui trae infinita ispirazione. Scrittore per vocazione e istinto di conservazione. I suoi racconti “Nella tana del topo” e “L’ultima notte dell’anno” sono stati premiati nell’ambito del concorso “Arianna Ziccardi”. Il racconto “Nel ventre del potere” è stato pubblicato all’interno dell’antologia noir “Rosso perfetto-nero perfetto” (edita da Ippiter Edizioni). Autore del romanzo "Delitto di una notte di mezza estate" (Ad est dell'equatore)" Napoletano per affinità, elezione e adozione. Crede che le parole siano l’ultimo baluardo a difesa della libertà e dei diritti. «L'italiano non è l'italiano: è il ragionare», insegnava Sciascia. E’ giunta l’ora di recuperare linguaggio e ingegno. Prima di cadere nel fondo del pozzo dove non c’è più la verità ma solo la definitiva sottomissione alla tirannia della frivolezza.