Governo di tutti

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di Pasquale Tignola

L’Italia è un Paese di commissari tecnici, ma poiché come è tristemente noto in estate non potremo dilettarci nel fare la formazione della Nazionale, ci ha pensato la politica a farci diventare per i prossimi mesi “politologi” o in alcuni casi “Presidenti della Repubblica”. Non mi esimo da questo ruolo e ringrazio il direttore per aver ospitato la mia riflessione.

La sera del 4 marzo abbiamo scoperto l’uovo di Colombo, ossia non avremo una maggioranza omogenea. Un legge pessima, studiata artatamente per evitare una maggioranza e con il chiaro obbiettivo di formulare ex post un governo Fi-Pd, unico inconveniente gli elettori, che hanno tributato al Movimento cinque stelle un risultato importante non tanto nella percentuale (era stimato al 30%) ma nella distribuzione del voto che ha permesso al Movimento di vincere in quasi tutti i collegi uninominali del Sud, cosa ovviamente inaspettata ai più, anche agli stessi esponenti pentastellati.

E’ giusto fare una breve riflessione sul risultato: impressionante quello della Lega ormai radicata in tutta Italia, che ha eletto Parlamentari anche al Sud, cosa impensabile qualche anno fa. Il M5S è il primo partito con consensi a tratti imbarazzanti al sud e in alcune realtà nostrane, svolta governista già dalle candidature in cui non si è badato al curriculum e alla “purezza politica” dei candidati, è il primo partito e va dato merito per questo, ma non ha i numeri.

E adesso andiamo agli sconfitti di questa tornata, Berlusconi e Renzi. Il primo in cui la stanchezza era già evidente in campagna elettorale perde la golden share della coalizione passata con il supporto e il buon risultato di Fratelli D’Italia da centro destra a destra destra. Renzi ormai bocciato definitivamente dall’elettorato che dopo la disfatta del Referendum ha nuovamente subito una sonora sconfitta, addirittura più pesante di ogni più negativa previsione. Ritengo che il suo atteggiamento da guascone unito alle sue storiche frasi “Enrico stai sereno”, “se perdo me ne vado” per citarne alcune, abbiano pesato molto di più di quanto realmente fatto, ma nell’era della comunicazione, questo oggi pesa molto di più di 80 euro in busta paga, del dopo di noi e dei vari bonus famiglia. E come direbbero in Valle d’Aosta “e mo?”.

Aldilà di tutte le ipotesi che leggiamo e continueremo a leggere alcune fantasiose altre meno, ritengo che tutti e ripeto tutti abbiano la responsabilità di governare il Paese. Ovviamente con pesi e con misure diverse, visti i risultati delle urne, ma poiché i programmi sono talmente confliggenti in alcuni punti, come fare? Certo se Salvini vuole governare facendo lui il Premier e Di Maio pretende di fare lo stesso avendo anche già la squadra pronta, pare difficile che il Pd possa fare da spalla.

Non mi riferisco alla becera distribuzione di poltrone, ma se il M5S in campagna elettorale ha più volte ripetuto che cancellerà molte delle leggi fatte dai precedenti governi appare Kafkiano un appoggio dei democratici, poi a meno che non si passi dalla fase della rottamazione a quella della estinzione tutto è possibile.

Pertanto la responsabilità non la si chiede ai partiti “minori” bensì a chi oggi detiene la maggioranza relativa del Parlamento e se realmente ha a cuore gli interessi del Paese deve necessariamente coinvolgere gli altri su una piattaforma politico-programmatica diversa, magari rivendicando alcuni punti del programma ci mancherebbe, ma accettandone altri. Se questo non si dovesse verificare scatterebbe necessariamente un Governo del Presidente in cui tutte le forze politiche, l’intero Parlamento, riscriverebbero un mini programma fra i cui punti necessari ci dovrebbe essere la Legge elettorale e si riandrebbe al voto, cosa che personalmente auspico.

Non vedo per quale motivo si debba addossare la responsabilità di un non governo ad un Partito, quello democratico, tra l’altro uscito già sonoramente sconfitto dalle elezioni. Un tempo nella tanto criticata prima Repubblica in una situazione di impasse Spadolini a capo del Partito Repubblicano che aveva percentuali risibili rispetto alla Dc e al Psi con l’appoggio di tutte le forze politiche (pentapartito) fece il Presidente del Consiglio. In quel tempo però esisteva il dialogo, il confronto, il rispetto fra le parti, un tempo esisteva la Politica, forse servirebbe quella per risolvere i problemi non solo numerici per la formazione di un Governo ma della nostra Nazione.

 

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.