AD PERSONAM, mostra di Vincenzo Petrone al CAM

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di Gemma Delle Cave

Vincenzo Petrone, già intervistato dal Domenicale News in occasione della pubblicazione dei suoi due libri, Diario di un meteoropatico e Scenari in diagonale, è un architetto e artista napoletano. Lo abbiamo conosciuto in veste di scrittore, ma in questa intervista emergerà il suo lato più “pittorico”. Proprio di recente, infatti, ha annunciato la sua mostra personale al CAM (Contemporary Art Museum) di Casoria, visitabile questo mese dal 22 al 28 ottobre. Ad ogni modo, non è la sua prima rassegna. Ha iniziato con un’esposizione dei suoi primi quadri al Meetlife, un Cafè letterario nella città di Siena nel 2019. Poi poco prima della pandemia, all’inizio del 2020, ha esposto durante una collettiva a Casalnuovo di Napoli presso il palazzo Lancellotti, per una mostra curata da Ferdinando Sorrentino.

Vincenzo, parlaci di come “nascono e crescono” i tuoi quadri?

L’ispirazione nasce dalla quotidianità, lo si può leggere dai titoli. Cerco di vedere sempre quello che c’è dietro a un’azione solita, quotidiana, anche andare a fare la spesa o passare una serata con gli amici. Quando qualcosa mi accade, quando qualcosa mi colpisce, quando sono in un luogo con qualcuno od anche da solo, sento a pieno quel luogo, quella situazione, queste sensazioni, queste emozioni, talvolta anche contrastanti, mi danno dei colori interiori, mi suggeriscono come stenderli. Le sensazioni non hanno forma e così nasce un mio quadro. L’ispirazione si crea da tutto questo, dall’oggi, dal domani e dallo ieri, ma in special modo dall’infanzia, dalla mia infanzia e dai ricordi nitidi che ancora conservo.

Qual è stato l’artista contemporaneo, o anche del passato, che più ti ha ispirato nello sviluppare il tuo stile?

In realtà, sono abbastanza ignorante, paradossalmente ho studiato poco l’arte in quanto materia scolastica e la professoressa Barbareschi ne sa qualcosa (me la cavavo sempre con la parte grafica). Ma posso dire sicuramente che Rothko e Pollock mi hanno iniziato. Ho detto ignorante, perché di arte contemporanea e pittura attuale ne so poco. Ma anche affermare che l’arte, un po’ come la fame, viene mangiando (e dipingendo), questo per dire che ho conosciuto (purtroppo virtualmente) artisti famosi od emergenti dipingendo, girando la rete e i social e che sono un po’ tutti fonte di ispirazione. Ma c’è sempre il dato interiore che poi fa la differenza, che fa distinguere la mia pennellata da quella di un’altra persona. Un po’ come le impronte digitali.

Come è strutturata la mostra?

La mostra si intitola “AD PERSONAM”. In latino questa espressione vuol dire “per ogni persona”, “ad ognuno”, in quanto quello che dipingo non è un linguaggio universale, è il mio e basta. Ma è possibile tradurlo: io condivido una mia esperienza emotiva, ma ad ognuno arriverà in maniera diversa. Lo scopo è che voglio essere tradotto, in tanti modi diversi. L’esposizione durerà una settimana, dal 22 al 28 ottobre (i giorni e gli orari li potete leggere sulla locandina visibile sulla mia pagina instagram e naturalmente sul sito internet del CAM).

Ci saranno 14 tele, tutti acrilici, dai 90x120cm ai 120x180cm. Non c’è una connessione di eventi tra le tele, ma solo una stessa linea d’onda emotiva. Tutto sta nel guardare nel profondo di ogni qualsivoglia situazione esposta, luogo o compagnia che ogni giorno abbiamo vissuto, viviamo e vivremo.

La struttura dei miei quadri, può sembrare un paradosso, ma parte dal titolo, perché se ti cito un argomento, la tua mente inizierà a ricamarci sopra qualcosa. Se ti do anche uno scenario cromatico da guardare, allora stai aggiustando la mira, dirigendoti verso quello che voglio farti sentire e che per primo ho sentito io.

L’ingresso alla mia personale è completamente gratuito e durante l’inaugurazione e gli eventi contemporanei ad essa ci sarà l’AperiArt, ovvero sarà possibile consumare un aperitivo mentre si visita il museo.

Ho contattato il direttore del CAM Museum, Antonio Manfredi, qualche mese fa per verificarne la fattibilità e la sua disponibilità. Ha reso tutto possibile e lo ringrazio tanto – potete bene immaginare la mia felicità dopo aver realizzato che sarò in mostra in un museo!

Vincenzo, se dovessi convincere le persone a venire alla tua mostra, cosa diresti loro? Cosa devono aspettarsi?

Il mio è un genere astratto, ed è come una nicchia, uno spazietto per poche persone. Di questi tempi, per covid et cetera, poi parlare di spazietti non è proprio il caso – ad ogni modo – voglio dire solo due cose a riguardo. La prima è che amare o odiare, apprezzare e/o criticare (bene e male) l’arte astratta è segno di distinzione. Sono azioni e pensieri che non tutti possono fare e avere, la critica costruttiva (appunto buona o spietata) non nasce dappertutto, ma se ci riuscite, sentitevi speciali. La seconda, non voglio che qualcuno capisca ciò che ho dipinto, voglio solo che ci si perda dentro – che legga quello che ho scritto col pennello, che traduca col suo proprio alfabeto. Perciò, venite, vi conviene!  

Se poi avete curiosità di vedere in anteprima i quadri di Vincenzo Petrone, potete visitare il sito https://www.vincenzopetrone.com/.

Adora l’arte e i viaggi, cui si dedica appena ho del tempo libero. Parla due lingue, inglese e francese, e sta imparando la terza. Leggere è il suo pane quotidiano: ha una piccola libreria piena di grandi classici, una continua fonte di ispirazione per lei. Dipingere è la sua passione da sempre, tanto che si può dire sia nata con matite e pennelli in mano e non avrebbe mai immaginato che, a breve, sarebbe diventata un ingegnere chimico…