Chi scaglierà l’ultima pietra?

Condividi su

di Andrea Carpentieri

Le parole pronunciate da Papa Bergoglio su Diego Armando Maradona  meritano qualche considerazione, non prima di una necessaria premessa.
Altri: Tutto questo perché ha parlato di Maradona?
Noi: Avete capito bene.
Altri: E quindi, tutto questo perché (vi) ha toccato un idolo calcistico?
Noi: Non avete capito niente.
Fine premessa.
Il giornalista del TG1 chiede al Papa, con un mezzo sorriso che crea per la risposta un clima “leggero”, chi preferisca tra Messi e Maradona come calciatore: l’intento di circoscrivere la cosa al calcio, parlando di argentini con un argentino, è chiaro. In un simile contesto non si sentiva assolutamente il bisogno di un giudizio etico, che contrasta con le parole su peccato e prima pietra pronunciate da Qualcuno con il cui insegnamento il Pontefice pure dovrebbe avere una certa dimestichezza.
Oltre a quello relativo al contesto, c’è poi un problema di contenuto.
Il papa, dopo aver lapidariamente detto che <<Maradona come uomo è fallito>>, aggiunge che <<il poveretto è scivolato insieme a quelli che (…) non lo hanno aiutato>>.
Avesse parlato di persone che hanno trascinato a fondo Diego, sarebbe stato diverso: dire che le persone non lo hanno aiutato implica che Maradona sia stato il primo artefice della propria rovina, con le proprie scelte di vita.
Ci può anche stare, probabilmente è la verità ma – avendola pronunciata il Papa al TG1 e non avendola scritta Gobbo71 o Amala23 sui social – questa frase ci riporta alla questione dell’essere senza peccato e dello scagliare la prima pietra e di quanto inutile fosse il giudizio morale se si stava parlando di calciatori.
Infine, va detto che la sentenza di Papa Francesco non è soltanto tranciante e priva di qualsiasi forma di empatia e carità cristiana, ma è anche fondata su una totale ignoranza di ciò che fu l’uomo Maradona, i cui atti di beneficenza sono universalmente noti e, aggiungo, lo sono diventati soprattutto post mortem, visto che Diego mai ne ha fatto ostentazione. Lui…
C’è dell’altro. Difficilmente un’intervista fatta al Papa è qualcosa di improvvisato, e quindi Bergoglio ben sapeva cosa gli sarebbe stato chiesto: su questo, mi pare, si può serenamente concordare.
Se ciò è vero, la frase pronunciata dal Papa risulta ancora più inopportuna in quanto il Pontefice avrebbe dovuto pensare al macigno che, vista la risonanza mediatica che le sue parole avrebbero sicuramente avuto, si accingeva a scagliare sulla memoria di un uomo che, in fondo, non ha mai fatto male ad altri se non a se stesso e alla propria vita. In sintesi, il Papa si è allineato al pensiero di tutti coloro i quali da anni insistono su un totalmente inutile distinguo fra due piani che non hanno nulla a che vedere l’uno con l’altro, quello del calciatore e quello dell’uomo. Papa Francesco era stato interpellato soltanto sul primo di questi due piani, ma ha voluto entrare a gamba tesa – per rimanere in tema – sul secondo.
Aveva tutto il diritto di farlo? Certo, come hanno poi altri quello di dire che il Papa è stato inopportuno.

Andrea Carpentieri è dottore di ricerca in filologia classica, ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni nell'ambito degli studi di letteratura latina. Ex agonista nel karate, ha avuto la fortuna di vincere trofei e medaglie nazionali ed internazionali nella specialità del kumite (combattimento). Che si tratti di letteratura, lingue vive o morte o arti marziali, ogni giorno prova ad insegnare, cercando però, soprattutto, di continuare ad imparare.