La grande bellezza dell’AV ad Afragola: una Malpensa ferroviaria.

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di Mario Piccirillo

La prima cosa che ti dicono, ma anche la seconda e la terza, è che è stata progettata da Zaha Hadid. Al che annuisci con sobrietà, non sia mai venissero fuori le tue lacune in architettura delle infrastrutture. L’ostentazione dell’archistar non è un dettaglio, serve a sottolineare che la nuova stazione di Afragola è bella, bellissima, “la più bella del mondo”. Come le fermate della metro 1 di Napoli, quelle dove la bellezza è un perfetto riempitivo per i 12-17 infiniti minuti di attesa della prossima corsa. 
La quarta cosa che ti dicono è che pure se si trova nelle campagne di Afragola, la stazione in realtà si chiama Napoli-Afragola. Per i titolisti: “la porta del sud”. Avete presente quando ti chiedono di dove sei, e tu rispondi “Napoli” ma la successiva domanda è “ma Napoli-Napoli o…”? Ecco, la prossima volta che acquistate un biglietto dell’Av specificate: “Sì, vado a Napoli-Napoli”, altrimenti vi tocca scendere ad Afragola. La magagna sta tutta qua, ma è una questione che fatica a venir fuori dalla giornata d’inaugurazione campale che ha visto intervenire tra gli altri Gentiloni, Delrio e De Luca: scendi ad Afragola. Cioé: mentre il treno frena dai di gomito al turista tedesco di fianco – “Lo sai che l’ha disegnata Zaha Hadid?” – intuisci il suo “e sticazzi?!” anche se non parli il tedesco, te ne fai una ragione, scendi e… poi? E poi niente, sei arrivato ad Afragola. Hai due chance: la macchina, o l’autobus. Quale autobus non chiedetelo a me, e tantomeno a loro, perché stanno ancora procedendo al “potenziamento del servizio su gomma con Eav, Air e Ctp”, ammette il Presidente della Regione. Dici: “E’ una stazione, ci si potrà arrivare in treno… no?”. Il futuro è una coniugazione della speranza, soprattutto da queste parti. Il futuro – non il presente – prevede infatti che “la porta del sud” sia collegata a Napoli con la linea 2 della metro e con la Circumvesuviana, ovvero due tra le linee più scalcagnate, fatiscenti e malfunzionanti del sud (isole e Africa comprese). In futuro, poi, secondo i progetti, ci arriverà anche la linea 1 della metro, quella che ancora non ha raggiunto l’Aeroporto di Capodichino. Stiamo parlando di opere che vedranno la luce degli occhi dei nostri nipoti, facendo una stima realistica. Visto che i lavori di questo hub sono rimasti sospesi per 12 anni per poi ripartire ad alta velocità (mo ce vo’) nel 2015, non ci si poteva pensare prima ai collegamenti con il territorio? La risposta più bella è del sindaco di Afragola Mimmo Tuccillo: “Anche nel Medioevo si costruivano le cattedrali e poi, intorno, sorgevano le città”. Poiché non siamo più nel “millequattro-quasi millecinque”, si dà il caso che oggi le cose, nel resto del mondo, funzionino con altre logiche. All’estero per esempio (fonte l’Economist) si sono accorti che la teoria del “parcheggio minimo” – quella cioè che prevede la costruzione di un tot minimo di posti auto per ogni nuova infrastruttura – ha prodotto negli anni enormi danni in fatto di sostenibilità e risparmio. Per cui oggi se a Londra costruiscono lo “Shard of Glass”, il nuovo grattacielo firmato Renzo Piano alto 300 metri, attorno prevedono solo 42 posti auto (di cui la metà riservati ai portatori di handicap). Perché la macchina è una roba vecchia, esistono i mezzi pubblici, moderni e funzionali. E quelli li costruiscono contemporaneamente alle grandi opere, non dopo. 
Il trend del trasporto persone, nel 2017, punta al cuore delle città. Va così per il trasporto aereo, figurarsi per quello su ferro. Proprio a Napoli l’aeroporto di Capodichino cresce seguendo un modello di sviluppo sensato, diventando un esempio di qualità e quantità. L’hub di Afragola invece è rimasto inchiodato alla croce delle “grandi opere” pensate con la testa agli anni 80: una Malpensa ferroviaria con un bel parcheggio da 1500 posti. E’ un business miope e mediocre: alla stazione ci devi andare per forza in auto, e paghi 4 euro al giorno di parcheggio. Tutto qua. La sentite la puzza di muffa?
In ogni caso la stazione di Napoli-Afragola, che Gentiloni per volare bassi definisce “il simbolo di un Paese che rialza la testa”, apre ufficialmente l’11 giugno. Ogni giorno ci si fermeranno 36 treni AV (18 Frecce e 18 Italo), 32 di questi effettueranno una sosta anche a Napoli Centrale. Tradotto: la “più bella stazione del mondo”, costata 60 milioni di euro finora, servirà l’utenza – si suppone automunita – della privincia di Caserta, che per raggiungere per esempio Roma Termini impiegherà solo 55 minuti, a fronte dei 70 da Napoli Centrale. Facendo dei miracoli, tra l’altro: se ora l’AV Napoli Centrale-Roma Termini impiega un’ora e 10 minuti, quando fermerà anche ad Afragola ci impiegherà… un’ora e 10 minuti. Uguale. Quindi o Trenitalia ha intenzione di eiettare i passeggeri in corsa, oppure evidentemente recupererà il tempo perduto nella fermata accellerando sul resto della tratta (si può andare più veloce? E perché non farlo già da prima?).
Nei piani del governo entro il 2020 Napoli-Afragola diventerà un nodo di interscambio tra l’Alta Velocità Torino-Salerno, la Napoli-Bari e i mezzi di trasporto regionali su ferro. L’AV Napoli-Bari ancora non esiste, e “i mezzi di trasporto regionali su ferro” sono al momento un incubo cigolante di ritardi e sporcizia. Il 2020 è tra tre anni, segnatevelo.

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