L’appello del governo alle Regioni: “Chiudete le discoteche”. L’impennata dei casi

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Mentre aumentano in Italia i casi da Coronavirus con l’insorgere di numerosi focolai preoccupanti, il governo si appella alle Regioni affinché tengano chiuse le discoteche. Secondo quanto si apprende da fonti di governo, tenere le discoteche e le sale da ballo aperte è considerato «un serio rischio». Il governo ha sempre ribadito infatti che le aperture non erano e non sono previste mentre le Regioni, sulla base della valutazione epidemiologica, hanno deciso in autonomia di aprire a certe condizioni.

In questa fase, secondo quanto sottolineano le fonti rivolgendo un appello alle Regioni, «è necessaria la massima responsabilità e il massimo scrupolo per le condizioni di sicurezza e la reale tutela della salute». Le Regioni che stanno scegliendo di chiudere seguendo le linee guida del Governo non vogliono colpire un settore – osservano – ma ritengono un serio pericolo l’apertura di spazi dove il contagio può correre. Dopo l’incontro di ieri tra i ministri degli Affari regionali Francesco Boccia, il ministro della Salute Roberto Speranza, il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli e le Regioni, domani Boccia potrebbe riconvocare di nuovo i presidenti in videoconferenza sul tema.

«Complessivamente il quadro generale della trasmissione e dell’impatto dell’infezione da Sars-Cov-2, sebbene non in una situazione critica, continua a mostrare segnali di attenzione» è scritto nel report Istituto superiore di sanità-ministero della Salute con il monitoraggio della situazione italiana dal 3 al 9 agosto. L’indicazione è di «mantenere alta l’attenzione». «L’incidenza cumulativa negli ultimi 14 giorni (27 luglio-9 agosto) è stata di 7.29 per 100 000 abitanti – si legge – A livello nazionale, si osserva nuovamente un aumento nel numero di nuovi casi diagnosticati e notificati al sistema integrato di sorveglianza coordinato dall’Iss rispetto alla settimana di monitoraggio precedente. L’aumento è soprattutto in persone asintomatiche».

Il valore dell’indice di trasmissione Rt, negli ultimi 14 giorni, è stimato «pari o superiore ad 1 in nove Regioni dove si sono verificati nelle ultime 3 settimane recenti focolai, ma senza comportare un sovraccarico dei servizi assistenziali» si legge ancora nel report. «Le stime Rt tendono a fluttuare in alcune Regioni/Province autonome in relazione alla comparsa di focolai di trasmissione che vengono successivamente contenuti. In alcune realtà regionali, anche se i casi sono diminuiti – si legge – continuano ad essere segnalati numeri di nuovi casi elevati. Questo deve invitare alla cautela in quanto denota che in alcune parti del Paese la circolazione di SarsS-Cov-2 è ancora rilevante”.

da il quotidiano Il Tempo del 13 agosto 2020

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