Senza mani…

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di Claude De Bray

La vita l’ho attraversata senza mani, eppure l’ho afferrata, sfiorata e toccata e più di tutto mi è bastata così… senza mani.

È sempre stata una sfida, la vita, sin da bambino come quando sentivo di aver superato ogni ostacolo andando in bicicletta senza mani, senza mani!!!

E poi sulla moto nel fare dolci curve usando il corpo quale contrappeso, spostando il fulcro del mio corpo e sempre senza mani, senza mani!!!

Al luna-park, sull’otto volante naturalmente senza mani.

Ho imparato che in questa vita, questo tempo concesso di cui non ci è dato conoscere la scadenza, bisogna attraversarla senza mani, ed è null’altro che una giostra.

Qualcuno la vive sui cavallucci di una giostra, altri nell’autoscontro; io l’ho vissuta sull’otto volante, senza mani.

Anche senza mani ho toccato tutto ciò che molti, pur con l’ausilio delle mani, non hanno nemmeno sfiorato.

Le donne più belle, le menti più tempestose, le sculture sin nei minimi dettagli le ho toccate, spesso mi ci sono perso tanto fossero bellezza.

Il toccare non è uno dei sensi, quello è per me come violare; toccare, senza mani, l’intimità di una persona, una scultura di Canova, è ben altra cosa ed è uno dei sensi che non tutti possiedono.

È qualcosa di più soave e profondo, intimistico, soprattutto se quel tocco è percepito dall’altra persona.

Ho amato pur senza mani; l’amore non necessita delle mani, ammirare paesaggi e mari e tramonti e voli di gabbiani senza mani; questo ho perseguito nella vita.

Quando ho innanzi a me un essere umano lo tocco, spesso da lontano, cerco i suoi occhi, sfioro il suo viso e potrei dirvi vittorie e fallimenti, speranze e delusioni, amori e odi… ma più di tutto percepisco se è in grado di sentirsi toccato; quelli che hanno il male dentro scappano, gli altri si guardano in torno come se sentissero una presenza…. quel leggero tocco che gli procura un fremito ma di cui non hanno timore.

Toccare con la mente l’anima, il corpo e sentirsi ricambiato allo stesso modo è sublime.

Sfiorare le labbra di una donna pur non toccandole, amare da lontano, sentire il calore del corpo ed il battito del suo cuore pur non toccandola è molto più che possedere, soddisfare l’istinto; il tocco, miei cari, è il bene ma a volte anche il male, farlo senza mani ma con l’anima non può essere offesa e dunque può essere solo il bene

La mia vita l’ho vissuta come quel giorno in bicicletta in cui vinsi la mia prima volta; senza mani, senza mani !!!

 

Nato a Napoli non ho frequentato scuole degne di tale nome. Al compimento dei diciott’anni dopo il conseguimento del diploma sono subito stato assorbito dal lavoro soprattutto per motivi di sostentamento precludendomi la cosiddetta “Laura”. In compenso ho la laurea della strada, un master in sopravvivenza e vivo tutt’ora di espedienti. Amo leggere più che scrivere ed avendo raggiunto un’età che mi concede il lusso di dire ciò che penso non percorro strade che conducono al perbenismo bensì all’irriverenza. Non amo molto questo tempo e la conseguente umanità per cui sono definito un misantropo; ciò non toglie che la solitudine non precluda l’essere socievole e come tutti i solitari le persone le scelgo; il resto le guardo da lontano, senza avvicinarmi troppo. Se è vero che ogni mattina ognuno di noi fa una guerra per combattere il razzista, il moralista, il saccente che vive in noi, non ho alcun interesse nello scoprire che qualcuno questa guerra l’abbia persa e dunque la evito. Il resto sono cazzi miei e non ho intenzione di dirvi altro altrimenti, come Sanguineti, dovrei lasciarvi cinque parole che vi assicuro non vi piacerebbero.