Temptation Island, resto sempre più convinta che meritiamo l’estinzione

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di Katia Cuccovillo

3.5 milioni.
Tanta roba.
Che poi devi contare anche gli assenti, quelli a cui è stato impedito vederlo ma recupereranno la puntata, etc.
Ma 3.5 milioni di spettatori è davvero tanta roba.
Li immagino sparsi nello stivale, da nord a sud, amici / parenti / colleghi – comitive intere che organizzano serate a tema ho letto! – che muniti di pizza e Coca Cola si godono lo spettacolo.
Perchè diciamolo: è uno spettacolo.
Con grammature e punte di intensità diverse, si oscilla dalla dimensione circo, all’ asilo nido, alla foresta amazzonica, e al reparto psichiatrico.
Stanotte, in preda ad una emicrania nucleare, tra il fare harakiri e vagare per la casa guardando qualcosa, ho premuto Play anche io.
Quindi facciamo 3.5 k + 1.
Oh, come diceva una docente del mio master: “Caterì il trash lo devi seguì, perchè t’ensegna sempre quarcosa!”.
Personalmente confermo dopo anni: m’ insegna cosa NON diventare.
E quindi passi 3 ore ( sì, te devono sfianca’!) a vedere ste coppie di umanoidi che: faticano ad esprimersi in un italiano corretto, parlano di sentimenti usando frasi fotocopia dai romanzi Harmony, collezionano mancanze di rispetto quotidiane ma-tanto-ci-amiamo, di “ho-fatto-tutto-per-lui/lei-ma-non-mi-capisce”, “non facciamo sesso dal paleolitico”, “non mi ama perchè non guadagno 6 k euri al mese”, “voglio uno/a che mi capisce e mi accetta per come sono”, “voglio una famiglia ed un figlio entro novembre se no vaffan****!” (Dio, se ci sei, fa che non si riproducano davvero!) etc etc etc.
Tutto questo immersi in un resort sardo, sfoggiando muscoli, culi, tette e tatuaggi, tentando (con il valoroso e prode aiuto di queste figure mitologiche nel ruolo di tentatori/tentatrici) di auto-psicanalizzarsi e mettersi alla prova.
Ah, “la prova” consiste nel dividersi dal partner inquisito o inquisitore, e circondarsi di corpi maliziosi e suadenti che ti urlano (incosciamente) “dai, scop**mo stasera? manco domani?” e (consciamente) ti conducono invece come Virgilio nel tuo inferno di coppia personale davanti alle telecamere a perdere un pò de sana dignità con domande tipo “ma se vuoi scop* con tutt* perchè non l* lasci?”.
Sigmund, perdonali perchè non sanno quello che dicono / sono / fanno!
Resto sempre più convinta che meritiamo l’estinzione.
Sì, la meritiamo davvero.

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.