Una riforma inutile e vuota

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di Maria Rusolo

“Niente è possibile senza gli uomini, e niente dura senza le istituzioni.”

Il 20 e 21 settembre saremo chiamati ad esprimere il nostro voto sulla Riforma Costituzionale che prevede il taglio del numero dei Parlamentari. Se ne parla pochissimo, ahimè, e quando lo si fa, si abbonda in questioni puramente populistiche. L’opera di aprire le istituzioni come una scatoletta di tonno, prosegue nell’assoluto silenzio della maggioranza degli elettori, che si lasciano trasportare dall’odio per la casta e dal proprio disappunto umorale.

Non vi è più nella nostra classe dirigente una visione complessiva delle cose, non vi è più la volontà di agire per il bene della collettività, garantendo come saldi e fondamentali i principi democratici su cui poggia uno Stato. Abbiamo cominciato con la riforma della Prescrizione, che sembra non interessare nessuno e siamo approdati, alla necessità di distruggere letteralmente il principio di rappresentanza in nome di un presunto risparmio di costi, assolutamente infondato ed inutile.

Sono altrove gli sprechi su cui si dovrebbe intervenire in maniera seria, e non riguardano l’argomento del Referendum. La democrazia di Rousseau, di una scatola a cui affidare con un click la nostra opinione sta travolgendo con ferocia tutto quello che incontra, e chi potrebbe fermarla, siede comodamente in poltrone da cui non sarà cacciato per ” sottrazione” di posti.

Nessuno si illuda, la macchina amministrativa continuerà ad avere un costo eccessivo e sproporzionato, per cui la sciocchezza che i fautori del Si continuano a sostenere del risparmio è un inutile fumo negli occhi di chi non approfondisce e di chi non ha alcuna voglia di capire realmente dove si annidano gli sperperi di questo Paese, le partecipate per fare solo un piccolo esempio? Se ci fosse bisogno di chiarirlo ancora io voterò No con tutta la forza che possiedo e sino all’ultimo minuto utile cercherò di convincere chiunque mi parli che quella è l’unica strada percorribile, l’unica possibilità di salvezza di questo sgangherato sistema che diventa sempre più claudicante ed assurdo.

Questa riforma non solo è inutile e vuota, ma è un mostro partorito dalla mente malata di qualche incapace ed incompetente e non mi interessa che sia stata votata, per mantenere in piedi un Governo, nato con la sola finalità di arginare la destra, non ci sono giustificazioni che reggano. Questa riforma non riduce gli sprechi, anzi, ma ha la grande colpa di ridurre la rappresentanza, non solo quella dei partiti, ma anche quella della società, quella dei territori. E non regge che qualcuno dica che siamo la Nazione d’Europa con maggiore numero di parlamentari in relazione al numero di abitanti, perché anche questa è una boutade, numeri alla mano, destituita di ogni tipo di fondamento.

Ci sarà ancora meno possibilità di incidere sui cambiamenti della classe dirigente, e quello che rimane sarà esclusivo appannaggio delle segreterie di partito, che finiranno per premiare i fedelissimi, a discapito di qualità e di competenza. Nulla sarà più rapido, nessun processo legislativo più veloce, al contrario non avendo toccato i regolamenti parlamentari tutto sarà ancora più confuso ed inefficace. Le leggi sono scritte male, perché abbiamo una classe dirigente tra le peggiori d’Europa questo si dovrebbe sottolineare, e se si osservano i processi, gli eletti sono sempre gli stessi, perché da sempre gestiscono il potere e da esso traggono vantaggio, e tutto questo non ha nulla a che vedere con il numero, ma con la selezione; questo riguarda chi fa le scelte, chi viene premiato dalle nomine e dalle urne. Fermatevi un attimo e guardate i nomi inseriti nelle liste per le prossime elezioni regionali, il problema è il numero degli eletti o la loro qualità umana e professionale?

Questa riforma è una mutilazione del Parlamento, punto e chi l’ha votata lo ha fatto per un tornaconto personale, e va di pari passo con altre riforme scellerate tra cui quella del finanziamento pubblico ai partiti, perché piuttosto che darsi gli anticorpi questa politica ricerca il consenso facile, la risposta di ” panza”. Insomma entrare in quelle stanze rimarrà sempre precluso alla società pulita, competente e professionalizzata, a vantaggio degli incapaci.

Mi verrebbe da dire contenti voi, contenti tutti. Ed invece no, non può accadere come in passato che ci si pieghi alle logiche del ” passerà” e del ” non ci sono pericoli”, perché questo tipo di atteggiamento ha determinato una deriva autoritaria, che non abbiamo più potuto fermare e che ci ha restituito un Paese dilaniato dal fascismo e dalla repressione. La Costituzione non è intoccabile, ma non può essere preda di faciloneria e di approssimazione, la nostra rabbia non si deve sviluppare con la scure della punizione in pubblica piazza, ma con la riflessione e l’impegno costante, con la coscienza piena ed attenta che si pone in essere anche e soprattutto, quando ci rechiamo nella cabina elettorale. Ancora una volta invece, lasciamo al caso il nostro futuro, e questo è profondamente ingiusto ed inaccettabile. Se riforme si vogliono fare, si parta con serietà e noi saremo pronti a dare con attenzione il nostro contributo.

“Non potendo cambiare gli uomini, si cambiano senza tregua le istituzioni.”

Nasco in un piccolo paese della provincia di Avellino, con il sogno di girare il mondo e di fare la giornalista, sullo stile della Fallaci. Completamente immersa, sin dalla più tenera età nei libri e nella musica, ma mai musona o distante dagli altri. Sempre con una battaglia da combattere, sempre con l’insolenza nella risposta verso gli adulti o verso chi in qualche modo pensasse che le regole non potessero essere afferrate tra le dita e cambiate. Ho sempre avuto la Provincia nel cuore, ma l’ho sempre vissuta come un limite, una sorta di casa delle bambole troppo stretta, per chi non voleva conformarsi a quello che gli altri avevano già deciso io fossi o facessi. Decido di frequentare Giurisprudenza, con il sogno della Magistratura, invaghita del mito di Mani Pulite, ma la nostra terra è troppo complicata, per non imparare presto ad essere flessibile anche con i sogni e le speranze, per cui divento avvocato con una specializzazione in diritto del lavoro prima e diritto di famiglia poi, ma anomala anche nella professione e mal amalgamata alla casta degli avvocati della mia città. La politica e la cultura , i cuori pulsanti della mia esistenza, perché in un mondo che gira al contrario non posso rinunciare a dire la mia e a piantare semi di bellezza. Scrivo per diletto e per bisogno, con la speranza che prima o poi quei semi possano diventare alberi.