I referendum che vorrei

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di Claude De Bray

Premesso che ho sempre inteso i referendum come la massima espressione della mediocrità della politica, una politica nemmeno in grado di legiferare.

È altresì vero che il referendum è uno strumento, trai i pochi, che chiama ad esprime in prima persona il popolo in merito a quesiti anche molto rilevanti.

Ora siamo chiamati a questi referendum in merito a CSM, giudici, magistrati, incandidabilità che non sono proprio una cosa da prendere alla leggera e che non credo debbano essere relegati ad un referendum ma ad una articolata discussione parlamentare che porti a legiferare in merito.

Questo in paese normale e il nostro paese possiamo definirlo in tanti modi ma certamente non normale, tanto da far divenire anche un referendum propaganda elettorale.

Ci potete scommettere che in qualunque modo finirà ci sarà qualcuno che rivendicherà la vittoria; tutti.

Tra rosari e preghiere, proclami ed editti, atti discutibili se non del tutto inappropriati i nostri politici sono da considerarsi il gradino più infimo che esista.

Non discuto sui referendum in quanto tali quanto  sulle capacità politiche di una classe non in grado di raggiungere un accordo finanche sul tipo di maglietta da indossare, per non parlare di politici e non ministri che vorrebbero compiere azioni assolutamente fuori dalle loro competenze; lo scopo è chiaramente volto ai consensi, aggrappandosi al vento e cavalcare l’onda del momento.

A questo dobbiamo aggiungere la completa incapacità del popolo a scelte veramente politiche per mancanza totale di una coscienza politica; non abbiamo cultura politica e senso per le istituzioni.

I referendum che vorrei sarebbero quelli volti a stravolgere questa attuale situazione.

Non c’è giorno che passi in cui scopra nuovi partiti, correnti, movimenti, e mi chiedo quando e come siano nati; di certo non grazie alla volontà del popolo a seguito di votazioni.

Si saranno votati da soli? Si sono autoproclamati? E da dove sbucano?

Allora i referendum che vorrei sono quelli che non arriveranno mai a questo sistema “democratico”.

Può un parlamentare votato in un partito fare spallucce e passare in un altro, di fatto, tradendo il voto espresso dagli italiani o addirittura fondare un partito in piena legislazione?

Credo che qualora questo parlamentare non sia più in linea con quanto rappresenti questo partito debba semplicemente tornare a casa ed attendere nuove elezioni lasciando al popolo la possibilità di votarlo in uno schieramento diverso.

Abbiamo imposto ai partiti di pubblicare i loro bilanci, ma lo fanno veramente e se questo accade mi domando perché i sindacati continuano ad essere un buco nero.

Tutelano da una parte, forse, i diritti dei lavoratori ma si autotutelano in merito alle entrate e come spendono i soldi, tanti soldi, è un mistero.

Quale fiducia può avere un lavoratore di essere tutelato da un sindacato che è un budello oscuro.

Perché dobbiamo avere Senatori a vita che hanno diritto al voto pur non essendo espressione del popolo e che possono essere l’ago della bilancia per determinare la fiducia o sfiducia al governo oltre ad avere laute remunerazioni come se non bastassero quelle di cui già godono e che addirittura sono reversibili a mogli figli fratelli divenendo vitalizi quasi eterni, forse paghiamo ancora il vitalizio agli eredi di Andreotti e dei tanti dinosauri, sia pur estinti.

Un lavoratore ha gli stessi diritti?

Questi sono i referendum che vorrei ma quello che vorrei sarebbe il diritto all’eguaglianza dove il diritto di viaggiare gratis per compiere le proprie funzioni sia concesso pure al pendolare che si sfronda nei carri bestiame per raggiungere il posto di lavoro per svolgere le proprie funzioni.

Ora mi direte che un politico in qualità di rappresentante dello Stato debba conservare dignità e avere gli strumenti atti allo svolgimento di tale compito.

No, non ci casco in questa bega da cortile; un membro dello Stato, sia esso deputato o senatore, è chiamato ad onorare con dignità la volontà del popolo ed a rappresentare, svolgere le sue funzioni, affinché lo Stato sia degnamente rappresentato in Italia quanto all’estero.

Noi invece abbiamo avuto quali degni rappresentanti Cicciolina, il bunga bunga,nipoti di Mubarak, il Pio Albergo Trivulzio, il Papete, la terra di mezzo, mentre prima di questi scempi avevamo gente come Berlinguer, Moro e rimpiango finanche Almirante pur agli antipodi dei miei ideali.

In questo referendum c’è un punto al quale sono veramente interessato; il primo quesito volto a mantenere l’incandidabilità di chiunque abbia condanne per reati gravi.

Personalmente sarei anche per il raddoppio della pena per coloro che rivestono cariche istituzionali a partire dai funzionari comunali, assessori, sindaci fino ai senatori; forse avremo meno comuni sciolti per infiltrazioni mafiose e qualcuno dei nostri deputati ci penserebbe due volte prima di volare negli Emirati Arabi o a Mosca come pure di incontrare frange estremiste della destra.

Abbiamo avuto mille opportunità come con Falcone e Borsellino portati in spalla, forse, dai loro stessi aguzzini.

Meritiamo ciò che abbiamo e vi assicuro che non siamo giunti ancora a raschiare il barile; ma abbiate fede.

Nato a Napoli non ho frequentato scuole degne di tale nome. Al compimento dei diciott’anni dopo il conseguimento del diploma sono subito stato assorbito dal lavoro soprattutto per motivi di sostentamento precludendomi la cosiddetta “Laura”. In compenso ho la laurea della strada, un master in sopravvivenza e vivo tutt’ora di espedienti. Amo leggere più che scrivere ed avendo raggiunto un’età che mi concede il lusso di dire ciò che penso non percorro strade che conducono al perbenismo bensì all’irriverenza. Non amo molto questo tempo e la conseguente umanità per cui sono definito un misantropo; ciò non toglie che la solitudine non precluda l’essere socievole e come tutti i solitari le persone le scelgo; il resto le guardo da lontano, senza avvicinarmi troppo. Se è vero che ogni mattina ognuno di noi fa una guerra per combattere il razzista, il moralista, il saccente che vive in noi, non ho alcun interesse nello scoprire che qualcuno questa guerra l’abbia persa e dunque la evito. Il resto sono cazzi miei e non ho intenzione di dirvi altro altrimenti, come Sanguineti, dovrei lasciarvi cinque parole che vi assicuro non vi piacerebbero.