Spending review : revisione o riduzione della spesa pubblica?

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“…E mai fu mastino sciolto…”(…e mai si vide mastino libero dalle catene…) – Dante Alighieri, Inferno canto XXI verso 44.

Mai si è visto più grinta, più audacia, come nel momento attuale. Certo che l’ ”annuncite” a mò di cane sciolto, libero da qualsiasi guinzaglio, sarebbe ben accetta, se non fosse per il fatto che esso non sarebbe legato alla catena invisibile “guinzanium Europae”!
Stupisce l’affermazione di Mario Draghi che da buon europeista sostiene d’improvviso che:
-i governi devono agire con forza per incoraggiare gli investimenti, includendo garanzie di Stato per le piccole medie imprese;
-quando i conti glielo permettono, i governi devono spendere soldi di Stato;
-solo se le politiche monetarie saranno affiancate da politiche strutturali e da politiche economiche di spese di Stato, vedremo gli investimenti tornare in UE;
-la BCE non può fare tutto da sola.
“Quanto ci ha messo super Mario a convertirsi alle teorie keynesiane! Proprio lui che è stato il maggior sostenitore dell’austerità dettata dalla Germania.”
In Italia, si naviga verso i tagli alla spesa pubblica, ma ridurre la spesa pubblica significa non creare lavoro, spegnere definitivamente il motore dell’economia.


E sì! Sarebbe facile reperire soldi da investire a costo irrisorio, se fosse la nostra Banca d’Italia a stamparli, purtroppo per questo servizio, ci dobbiamo indebitare con la BCE pagando un prezzo altissimo. Come “il cane che si morde la coda” e tutto riparte da capo!
Il nostro Capo del Governo, ora vuole sapere “quando l’Europa ci darà i 300 miliardi di euro promessi per poterli investire!” Se anche l’Italia ricorresse al FMI (Fondo Monetario Internazionale), chiedendo a caro costo il prestito dei suoi stessi soldi per rilanciare gli investimenti, sarebbe maggiore l’onere del debito da restituire che i vantaggi ottenuti dagli investitori stessi. Cosa diversa è rendere la spesa pubblica più efficiente (invece di ridurla), infatti non è possibile sopperire alla spesa in conto capitale (investimenti) con quella corrente (spesa per i servizi pubblici), perchè ciò provocherebbe la contrazione dei servizi pubblici con ritorno negativo sull’economia.
Economia, è spesa! Circolazione di moneta, è spesa! Spinta della domanda, è spesa! 
Il Governo, non può ingranare la “marcia in dietro”. Persino Cottarelli(Commissario alla Spending Review) si è dimesso di fronte a tale oscenità economica. Egli ha detto “ci stiamo già mangiando i soldi che non abbiamo ancora risparmiato, così sarà impossibile tagliare le tasse.” Si riferiva ai quattromila pensionamenti della scuola: per sbloccare la posizione di insegnante e altro personale scolastico costretto a lavorare a pochi mesi dal raggiungimento della pensione a causa di una falla della legge Fornero, si era stabilito di attingere dalle risorse della spending review, o in assenza al taglio delle spese ministeriali. 
Risorse spese prima di essere state risparmiate!
Il sacrificio ci costerebbe venti miliardi!
Risorse che non si sa dove trovare.
A Porta a Porta, Renzi ha detto “chiederò ai ministri la lista dei tagli.”
E’ impensabile tagliare 20 miliardi di spesa pubblica: l’Italia cadrebbe nel baratro aggravando Welfare, sanità, spesa sociale, scuola. Alla luce di ciò, il nostro capo del governo annuncia che aumenteranno gli investimenti sia pubblici che privati, ma come smentire ciò che poco prima ha sostenuto con la spending review? Come si farà col Patto di Stabilità interno per i Comuni? E la cancellazione dell’articolo 18? Dovremo ricorrere alla Troika, se non riusciremo a rispettare i parametri?
Certo che basterebbe che stampassimo da soli la cartamoneta, ma dovremmo uscire dall’euro, a meno che non si crei una Banca Pubblica che eroghi prestiti di Stato a costo quasi nullo, così lo Stato non sarebbe costretto ad emettere titoli del debito pubblico da vendere sul mercato dei capitali permettendo la speculazione con oscillazione negativa dello Spread. Infatti, la B.I., essendo privatizzata, non ha la funzione di prestare moneta alla Stato, né di emetterla.
Perché la Germania lo ha fatto?
Bisognerebbe che ai cittadini non venissero mostrate bolle di sapone o pifferai magici che con la dolce musica plagiano i seguaci, conducendoli verso la rovina.
“Se dici una bugia abbastanza grande e continui a ripeterla, la gente alla fine ci crede.” Joseph Goebbels.
“Nelle grandi bugie esiste sempre una certa forza di credibilità; perché le grandi masse di una nazione sono sempre facilmente corruttibili nel profondo della loro natura emotiva piuttosto che coscientemente o volontariamente…esse stesse dicono spesso delle piccole bugie su piccole cose, ma si vergognerebbero di ricorrere a delle falsità su larga scala.” Adolf Hitler.

‘O Pifferaio Magico

…Sona ‘na musica doce
ca pare ‘nu barzamo,
ch’aggrazia
e dint’ ‘o scuro
te trascina.

Quanta buscie cuntate,
jettate llà.

Quanta sorde perdute.

E nuie…
ce chiagnimme ‘o ppane
cu “lacreme e sanghe!”

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