Le false promesse

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Premessa: il taglio dei fondi all’editoria non può essere una cosa fatta indiscriminatamente o, se si preferisce visto che meglio esprime il modus operandi di questo governo, a cazzo di cane. Ci saranno di sicuro zone grigie, gente che approfitta dei fondi pubblici per sistemare le cose proprie e dei propri amici, ma che dire, ad esempio, di Radio Radicale?

Come non riconoscere che Radio Radicale fornisce un servizio prezioso a chi voglia informarsi per poi farsi le proprie idee? Quindi, il taglio dei fondi all’editoria ci può anche stare (fatte le valutazioni caso per caso), ma per quale ragione coloro che dovevano aprire il parlamento come una scatoletta hanno pensato prima ai vitalizi – e ci andranno a sbattere -, prima ai finanziamenti all’editoria, ma non ancora a dimezzare lo stipendio dei parlamentari, non ancora alle accise sui carburanti, non ancora a recuperare in trenta minuti, come preannunciato, 30 miliardi da/di sprechi?

Come mai chi ha distrutto Renzi sta tagliando i fondi da destinare alla scuola? Come mai la copertura per il reddito di cittadinanza è scesa a circa 7 miliardi, mentre si parlava, SEMPRE IN CAMPAGNA ELETTORALE, di 17? Non è che, per caso, hanno vinto le elezioni con false promesse? Quel che è certo è che almeno l’anima gialla del governo gialloverde, vale a dire i Cinquestelle, negli anni ha conquistato consensi al grido di <<Onestà! Onestà!>>, e proprio i cuccioli di Grillo si sono lasciati andare di recente a manifestazioni di giubilo per aver spazzato via dall’Italia la corruzione, dopo avere <<abolito la povertà>> (cit. Luigi Di Maio), ed in attesa di sconfiggere in qualche anno tutte le mafie (così parlò Salvini).

Peccato che anche sulla parola <<onestà>> pare che il governo abbia idee scarse di numero e confuse di natura, se è vero che nella legge di bilancio è contenuta una norma che innalza da 40000 a 150000 euro la soglia al di sotto della quale i comuni possono procedere ad appalti con affidamento diretto. Sulla natura a dir poco pericolosa di tale norma, sulla sua scarsa compatibilità con un governo nato per riportare l’onestà al centro della politica italiana, e anche sull’ennesima prova di incoerenza data dai pentastellati nel momento in cui sono passati dalla lotta al governo, è assai istruttivo leggere le parole pronunciate da Raffaele Cantone in un’intervista rilasciata a “Il Fatto Quotidiano”: <<Questa norma non aiuterà i funzionari morosi, mentre consentirà a quelli disonesti di fare il buono e il cattivo tempo.

Basti ricordare che tutto il sistema di Mafia Capitale si reggeva sugli affidamenti diretti. Sotto 150.000 euro non è prevista neanche la certificazione antimafia e la gara non sarà pubblica da ora in poi. C’è il rischio che la criminalità organizzata, al Nord come al Sud, ne approfitti. Mi ricordo quando nel 2015 i Cinque Stelle si appellavano a me e all’Anac contro il decreto Sblocca Italia del governo Renzi che semplificava le procedure di gara>>.

Non credo servano ulteriori commenti, né potrei o saprei aggiungere nulla a quanto dichiarato dal Presidente dell’Agenzia Nazionale Anti Corruzione: cioè, dal numero uno dei nemici dei corrotti, quelli che il governo si vanta di aver spazzato via ed ai quali, invece, potrebbe aver fatto un enorme regalo, o almeno un prezioso assist. Forse per imperizia, forse per distrazione, forse in malafede: non lo so, ma non credo cambi di molto la sostanza delle cose. Per chi crede sia possibile anche sotto un governo Salvini-Di Maio, buon 2019.

Andrea Carpentieri è dottore di ricerca in filologia classica, ed ha al suo attivo diverse pubblicazioni nell'ambito degli studi di letteratura latina. Ex agonista nel karate, ha avuto la fortuna di vincere trofei e medaglie nazionali ed internazionali nella specialità del kumite (combattimento). Che si tratti di letteratura, lingue vive o morte o arti marziali, ogni giorno prova ad insegnare, cercando però, soprattutto, di continuare ad imparare.