L’uomo che voleva essere un cane

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di Alfredo Carosella

Torna a far parlare di sé l’uomo giapponese che ha provato a trasformarsi in un cane. Nel settembre del 2022, il signor Toko – così si fa chiamare sul suo canale Youtube – si è rivolto a una ditta che produce costumi per spot televisivi e film e ha speso tra i dodicimila e i quindicimila dollari (la cifra cambia a seconda delle fonti) per farsi confezionare un costume da collie, il suo cane preferito.

Toko-san è un appassionato di cosplay, neologismo coniato da Takahashi Nobuyuki nel 1984 che ha unito le parole costume e play (gioco, interpretazione) per indicare le persone mascherate da protagonisti di note serie di fumetti e fantascienza.

In Italia il fenomeno cosplay si è diffuso attraverso le principali fiere del fumetto e le convention di settore come Napoli Comicon che, quest’anno, ha avuto 380 espositori, 300 ospiti internazionali e 170.000 visitatori, molti dei quali sembravano essersi materializzati direttamente da un manga. Il Comicon è una festa, un tripudio di colori e fantasia, l’occasione di divertirsi e stupire interpretando per un giorno il proprio personaggio fantasy preferito.

Eppure, mascherarsi può non bastare per difendersi dalla cattiveria umana: pochi giorni fa, un ventitreenne bolognese, cosplayer appassionato di Cod, il videogioco americano Call of Duty, stanco di subire atti di cyberbullismo, ha avviato una diretta su Tik Tok e si è suicidato. Qualcuno ha chiamato i soccorsi che però non sono arrivati in tempo: impersonava Ghost, un soldato dall’aria truce con la maschera da teschio e aveva oltre 100.000 follower.

Gli inquirenti cercheranno di accertare cosa sia realmente accaduto. È bene ricordare che c’è sempre la possibilità di chiedere aiuto alle forze dell’ordine e, se si hanno istinti suicidi, di rivolgersi al Telefono Amico.

La voglia di mascherarsi è nata insieme all’uomo: ci sono dei graffiti preistorici che raffigurano uomini camuffati con pellicce di animali; possiamo ricordare le maschere indossate in onore di Bacco descritte da Virgilio nelle Georgiche; come non pensare al Carnevale di Venezia, la cui prima testimonianza risale a un documento del 1094? Il Carnevale nacque per offrire al popolo, soprattutto alle classi sociali meno abbienti, la possibilità di vivere un periodo dedicato ai festeggiamenti e al divertimento. Maschere e costumi garantivano l’anonimato che consentiva di livellare le differenze sociali.

Un altro celebre Carnevale era quello romano che aveva le sue radici nei Saturnalia dell’antica Roma e fu descritto da Goethe, Montaigne e persino da Alexandre Dumas ne “Il conte di Montecristo” con la scena indimenticabile dei moccoletti: 40.000 persone dovevano arrivare alla fine della festa conservando accesa la propria candela e tentando di spegnere quella degli altri. “Il facchino attacca il principe, questi il trasteverino, il trasteverino il borghese, ciascuno soffiando, spegnendo, riaccendendo.”

Al di là del cambiamento di usi e costumi – è proprio il caso di dirlo – quali sono le differenze tra le maschere di un tempo e quelle di oggi? Sono cambiate le motivazioni che spingono gli uomini di oggi a mascherarsi? Soprattutto, quali sono le differenze tra mascherarsi e travestirsi?

Negli Stati Uniti, circa 250.000 persone si identificano come furry (peloso): persone che si divertono a travestirsi da animali da cartone animato (Fonte: La Stampa). È nata anche una versione più “estrema”: i were che si comportano in tutto e per tutto come degli animali. C’è anche l’inevitabile variante feticista legata al sesso: un libro di qualche tempo fa spiega che trasformarsi in un orsacchiotto sia un modo per esplorare l’identità sessuale, soprattutto per chi è a disagio con il proprio corpo.

Bisogna sicuramente distinguere tra chi si traveste per un giorno e chi lo fa per un tempo prolungato. Purtroppo, non potremo mai sapere cosa spingesse il tik-toker bolognese a indossare spesso i panni del soldato Ghost: solo il consenso del pubblico virtuale? Di Toko-san, invece, sappiamo che ama i cani sin da quando era bambino, ha indossato il suo costume da collie per un anno intero, filmando la sua prima passeggiata al parco, il gioco con la pallina e altre amenità. Si è tornati a parlare di questo strampalato personaggio perché ha dichiarato in una recente intervista a The Sun di essere deluso in quanto non è riuscito a conquistare l’amicizia degli altri cani: si rifiutano di giocare con lui e non lo trattano come uno di loro. Strano, vero?

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.