“Non ce n’è” terra dei fuochi e si cancella la Commissione in Campania

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di Maura Messina

Il 17 novembre 2020 il governo della Regione Campania opera una scelta di innegabile coerenza rispetto a quanto fatto finora per risolvere il problema della terra dei fuochi. Di fatto è stata cancellata la “Commissione Terra dei fuochi, bonifiche, ecomafie” nata per occuparsi del suddetto disastro ambientale.

Persone di tutte le età si ammalano e muoiono di tumore a causa dell’inquinamento che affligge il nostro territorio. E chi dovrebbe tutelarci cosa fa? Abolisce la Commissione che è stata istituita per studiare il problema. Una decisione assurda.

Per usare una delle espressioni del Governatore De Luca ci vuole veramente “uno stomaco animalesco” per perpetrare un’azione così ai danni della salute pubblica. Ricordiamo che la Commissione è stata voluta dalla stessa Regione che oggi ne decreta la fine.

Non che la Commissione abbia dato dei risultati rilevanti durante il periodo della sua esistenza, ma l’atto di cancellarla sembra essere uno dei passi per tornare a non affrontare il problema e preferibilmente negarlo in maniera definitiva. Nasce spontanea l’osservazione: data l’abolizione della Commissione prima che raggiungesse gli obbiettivi prefissati, forse non andava formata o forse bisognava lasciarla lavorare.

Siamo quasi abituati ai teatrini dei politici che ci governano. “Terra dei fuochi” è un dramma che piace solo ed esclusivamente durante la campagna elettorale. Periodo durante il quale tutti i partiti si dipingono di verde e, come nella più grottesca delle messinscene, si battono il petto in difesa della Campania. Si specula sui bambini morti di cancro e poi, arrivati alle agognate poltrone, i vestiti di scena vengono riposti in costumeria, pronti ad essere sfoggiati alla prossima tornata elettorale. Il tutto si svolge senza il minimo ritegno.     

Ma in fondo cosa ci aspettavamo? 

De Luca Vincenzo ha dichiarato a fine luglio 2020, proprio in campagna elettorale, che: “Terra dei fuochi scomparirà, saremo la Regione più pura d’Italia”. 

Con questa dichiarazione sembrava che il Governatore volesse lasciare un’impronta importante nella questione ambientale della regione che rappresenta. Peccato si tratti di un segno incisivo come quello di una lumaca che striscia su un obelisco per citare l’immagine della nota poesia di Trilussa.

Bellissima visione “la Regione più pura d’Italia”, davvero meravigliosa… esattamente per vivere nel fantastico mondo di De Luca cosa bisogna fare? Inforcare occhiali magici? O per “farla sparire” basta eliminare la Commissione che dovrebbe occuparsene e nascondere le ceneri dei roghi tossici sotto al tappeto della malapolitica?

Noi la viviamo terra dei fuochi, i roghi non sono scomparsi per niente e, approfittando delle restrizioni che pare siano rispettate solo dai cittadini perbene, i delinquenti si danno da fare per continuare a bruciare rifiuti. Basta dare un’occhiata alle varie pagine social, come ad esempio quella dei “Volontari Antiroghi Acerra” o di “Stop Biocidio” per verificare la veridicità di quanto appena scritto.

Capirete che se non si può circolare se non per “comprovate esigenze lavorative e/o di salute” , i cittadini che si occupano di difendere gratuitamente la propria terra e di segnalare i roghi non possono più farlo in questo periodo e l’assenza dello Stato si fa più pesante.

Siamo stanchi, delusi e molto schifati. Veniamo trattati da imbecilli, con la consapevolezza di non esserlo per niente. Nelle nostre martoriate terre affrontiamo da un lato il Covid-19, dall’altro i roghi tossici e i danni che ne conseguono.

Abbiamo perso il conto dei caduti in battaglia per tumore e chi ci governa si permette di cancellare la “Commissione Terra dei fuochi, bonifiche, ecomafie” senza accennare minimamente ad una soluzione alternativa. 

Come intendono salvare i cittadini che vivono in terra dei fuochi? Non è dato saperlo.

Sappiamo però che si nega da sempre l’esistenza di questo scempio ambientale e, citando un concetto espresso più volte dal Dott. Antonio Marfella, “per salvare le pummarole si condannano le vite degli esseri umani”.

Non siamo preoccupati per la cancellazione della Commissione in sé, siamo allarmati da  ciò che rappresenta la sua abolizione. Questo è l’ennesimo attacco di negazionismo del quale sembra siano affetti molti dei politici nostrani.

In questo caso non basta fare l’esempio dello struzzo che mette per paura la testa sotto terra. I nostri struzzi somigliano molto di più a quei giochini anni ’90 installati fuori alle sale giochi, ve li ricordate? Quelli del campo di talpe che cacciano fuori la testa apparentemente senza logica. Ma qui una logica c’è: la testa si tira fuori solo in campagna elettorale per prendere per i fondelli tutti noi. 

Non c’è salvezza in una terra che non può contare sull’onestà intellettuale di chi la governa. Non c’è speranza laddove un’emergenza dura da più di trent’anni. Non c’è più tempo da perdere, lo sappiamo tutti, tranne lo Stato. E non veniteci a dire che lo Stato siamo noi, in questo caso ci dissociamo.

Maura Messina, art-designer napoletana, classe 1985. Da sempre sensibile alle tematiche ambientali, in particolare al dramma della terra dei fuochi. Dal 2014 collabora con varie testate giornalistiche. Autrice del libro illustrato autobiografico “Diario di una kemionauta” e del romanzo distopico “4891 la speranza del viaggio”, editi da Homo Scrivens. Ha partecipato a numerose mostre d’arte come pittrice. Il suo motto è: per cambiare il mondo basta napoletanizzarlo.