SANT’ARPINO: IL FENOMENO DEL RANDAGISMO DILAGA

Condividi su

Al Sindaco di 81030 Sant’Arpino (CE)

Alla Polizia Municipale di 81030 Sant’Arpino (CE)

All’Azienda Sanitaria Locale Caserta 2 Servizio Veterinario via Circumvallazione 1 81031 Trentola -ducenta(CE)

Ai Carabinieri Comando Compagnia via Alessandro Volta 1 81030 Sant’Arpino (CE)

Al Ministro della Salute On. Beatrice Lorenzin Via Lungotevere Ripa, 1 00153 Roma

Al Presidente della Giunta Regionale della Campania Commissario ad acta per la sanità On. Stefano Caldoro via S.Lucia, 81  80132 Napoli

Al Prefetto di  di Caserta Piazza della Prefettura 2 81100 Caserta

Alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere  Piazza Resistenza  81055 Santa Maria Capua Vetere (CE)

p.c.

GeaPress – Agenzia di stampa –  redazione@geapress.org

Animali e animali – Quotidiano on-line – info@animalieanimali.it

Federazione Italiana Associazioni Diritti Animali e Ambiente – redazione@nelcuore.org

AgireOra Network – info@agireora.org

OGGETTO: RANDAGISMO E MANCANZA DI AIUTO DA PARTE DELLE ISTITUZIONI.  

I sottoscritti Andreina Razzano,Angela Lettiero,Loredana Soreca,Emilia Dell’aversana,Angela Dell’aversana,Giuliana Garofalo.

PREMESSO 

che in Italia risultano, dalle stime fatte dal Ministero della salute, dai 500 ai 700 mila randagi, mentre la Regione Campania ne annovera circa 66.500. Il numero di cani abbandonati ogni anno nel nostro Paese è di 150mila esemplari, cifra in costante aumento, che alimenta la popolazione complessiva di ex amici dell’uomo resi randagi dalla perfidia di quest’ultimo. Ogni anno ben 4mila incidenti stradali sono causati da randagi che vagano impauriti e spaesati (Fonte: ASAPS). Nella Regione Campania, nell’anno 2012, sono stati sterilizzati appena 5.000 cani e gatti, il che significa circa il 9,5% dei randagi di questa Regione, a dir poco quasi niente. Se non si pone fine a questo fenomeno, si rischia di moltiplicare i cani e gatti randagi della nostra Regione, considerando il proliferare, nei parti, di questa specie di animali.   


  

A Sant’Arpino(CE), e comuni limitrofi, il fenomeno del randagismo ha raggiunto livelli drammatici e i cani abbandonati continuano ad alimentare la popolazione vagante. Molte femmine gravide partoriscono (a volte anche in mezzo alle strade del centro abitato!) ed i cuccioli, che non muoiono di stenti o che non vengono investiti dai veicoli, diventando adulti, rappresentano un ulteriore serbatoio di randagi. Mediamente ogni mese muoiono investiti sei animali, tra cani e gatti. Alcuni di questi cani, inoltre, sono poco socializzati con l’uomo e si trasformano in soggetti “inselvatichiti” il cui controllo è più problematico, soprattutto quando si riuniscono in branchi. I cani vaganti sul territorio, singoli o in branchi, possono:  – rappresentare un potenziale rischio di aggressione per le persone; – essere presi di mira da parte di persone senza scrupoli  che li avvelenano, li incaprettano, li torturano, li uccidono con armi da fuoco, li bruciano vivi con l’acido, li impiccano, ecc. Il tutto è documentabile attraverso foto e filmati. – essere causa di incidenti stradali, anche mortali; – alimentare il fenomeno del randagismo, in quanto non sterilizzati e spesso notevolmente prolifici. Il Comune di Sant’arpino (CE) non ha un canile comunale o una convenzione con un canile consortile o gestito dall’Asl o con un canile rifugio, dove ricoverare i cani abbandonati e randagi, così come dall’art. 4 della legge quadro 14 agosto 1991, n. 281 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), abbiamo LA PRESIDENTE DELLA LEGA NAZIONALE PER LA DIFESA DEL CANE SEZIONE SANT’ARPINO che dovrebbe coprire un ruolo fondamentale per la salvaguardia degli animali d’affezione, invece sul territorio si limita a far accalappiare cani feriti o ritenuti mordaci,quando si ha la fortuna di riuscire a parlare con lei,(in quanto irreperibile ) .    

Nel nostro Paese la tutela degli animali e la lotta al randagismo sono principi fondamentali sanciti dal punto di vista normativo sin dal 1991, anno in cui è stata emanata la legge quadro 14 agosto 1991, n. 281, che enuncia il principio generale secondo il quale “lo Stato promuove e disciplina la tutela degli animali d’affezione, condanna gli atti di crudeltà contro di essi, i maltrattamenti ed il loro abbandono al fine di favorire la corretta convivenza tra uomo e animale e di tutelare la salute pubblica e l’ambiente”. Attraverso tale provvedimento legislativo è stato compiuto un importante passo in avanti dal punto di vista etico-culturale, riconoscendo agli animali di affezione il diritto alla vita e vietando la soppressione di quelli senza proprietario rinvenuti vaganti sul territorio. Negli ultimi anni ulteriori provvedimenti  hanno integrato ed arricchito il quadro normativo prevedendo nuovi adempimenti sia per le pubbliche amministrazioni, per i  proprietari e detentori di animali e per i cittadini (si veda, ad esempio, l’introduzione nel Nuovo Codice della Strada dell’obbligo per chiunque di fermarsi e soccorrere un animale ferito, l’istituzione e il ricorso a mezzi di soccorso anche per gli animali feriti negli incidenti, ecc.).    

I Comuni, e quindi il Sindaco, devono provvedere (cfr Legge 4 agosto 1991, n. 281  Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo; Legge Regionale Campania 24 novembre 2001, n. 16 (Tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo)): – alla costruzione dei canili e al risanamento delle strutture esistenti. Le strutture di nuova costruzione dovranno assolvere la duplice funzione di assistenza sanitaria e di ricovero; – ad assicurare il ricovero, la custodia ed il mantenimento dei cani nelle strutture sotto il controllo sanitario dei servizi veterinari delle AA.SS.LL. – a tutelare e controllare la popolazione animale vagante sul territorio di propria competenza; – ad attuare dei piani di controllo delle nascite di cani randagi e gatti delle colonie, mediante i servizi veterinari pubblici; – ad identificare e registrare in anagrafe canina,tramite il Servizio Veterinario pubblico, i cani rinvenuti o catturati sul territorio e quelli ospitati nei rifugi e nelle strutture di ricovero convenzionate; – a dotare la Polizia locale di almeno un dispositivo di lettura di microchip; –  all’esercizio delle funzioni di cui all’articolo 3 del D.P.R. 31 marzo 1979, n. 94, in materia di protezione degli animali. La Corte di Cassazione Sezione III civile, con sentenza n. 10190 del 28 aprile 2010 ha affermato che il Comune è responsabile per i danni provocati da cani randagi.

ESPONGONO    

Nel territorio di Sant’arpino quotidianamente ci si imbatte in cani randagi scheletrici, ammalati e alla ricerca di cibo, sbandati e alla mercé delle auto, che non di rado vengono investiti dalle stesse e lasciati sull’asfalto, spesso ancora vivi e lasciati morire nell’indifferenza generale. Vengono avvistati cuccioli, piccolissimi ed affamati e spesso anche ammalati, che lentamente attraversano le strade, smarriti o in compagnia di cagne debilitate, e spesso terminano la loro breve esistenza sotto le ruote dei veicoli. I pochi volontari ricevono con una certa continuità  numerose telefonate di cittadini che segnalano la presenza di intere cucciolate di cani e gatti sul territorio, animali investiti, ammalati, moribondi, ecc.  Essi affrontano queste situazioni accudendo i randagi sul territorio prevedendo postazioni di cibo e acqua, recuperando quelli malati o investiti per curarli e trovargli adozioni: di fatto sopperiscono quindi alla latitanza degli Enti preposti impegnando (chi ha la fortuna di avere un lavoro) cospicue somme di danaro del proprio stipendio. Quasi sempre questi volontari vengono anche derisi allorquando segnalano (telefonicamente o presentandosi di persona presso gli uffici competenti) un eventuale caso di maltrattamento o di abbandono di animali, E si badi bene che si tratta di fatti costituenti reato (art. 544-ter del codice penale – Maltrattamento di animali- e art. 727 del codice penale – Abbandono di animali-)-                 

CHIEDONO

Che le autorità in indirizzo si attivino, per quanto di loro competenza, affinché si possa risolvere il problema sopra esposto, in particolare: – il Sindaco di Sant’arpino(CE) provveda all’applicazione delle leggi e delle norme in materia di animali di affezione (es. sterilizzazioni dei cani randagi; lotta al fenomeno degli abbandoni e controllo demografico degli animali di affezione; costruzione di un rifugio per animali di affezione; ecc.). A tal fine si fa presente che la custodia dei cani randagi può, in tutto o in parte, anche essere sostenuta dal bilancio comunale utilizzando le risorse finanziarie destinate a soddisfare le finalità previste dall’art. 208 del  D.Lgs 30 aprile 1992, n. 285 (Nuovo Codice della Strada). Infatti la Sezione regionale di controllo per il Lazio della Corte dei Conti, con Deliberazione n. 142/2011/PAR del 22 dicembre 2011 ha espresso parere favorevole affermando che  “la custodia dei cani randagi venga in tutto o in parte sostenuta dal bilancio comunale utilizzando risorse finanziarie destinate a soddisfare le finalità previste dall’art. 208 del d. lgs. all’esame, così come integrato dagli artt. 392-393 del Regolamento di esecuzione e di attuazione approvato con d. P. R. 16 dicembre 1992, n. 495.” Ad avviso della Corte “Se la custodia dei cani randagi rientra nella competenza dell’Ente Comune, costituendo l’unica misura consentita dalla legislazione vigente in grado di ovviare con efficacia al pericolo che la loro presenza causa alla circolazione, non sembrano esserci ostacoli a una interpretazione evolutiva dell’art. 208 D.Lgs 30 aprile 1992, n. 285”. Tra l’altro, sempre secondo la Corte “anche la parte non vincolata dell’introito straordinario derivante dalle sanzioni può essere destinata ad investimenti manutentivi ma anche a spese correnti che siano, comunque, destinate ad accrescere il livello di sicurezza e tali possono essere quelle destinate 1) all’applicazione di tatuaggi e/o all’impianto di microchips elettronici agli animali; 2) al trattamento profilattico contro la rabbia, l’echinococcosi e altre malattie trasmissibili, in particolare, dei cani; 3) a mantenere in vita i cani randagi catturati”. – gli organi di Polizia Giudiziaria trattino i reati in danno degli animali come un qualsiasi altro reato senza nessuna distinzione.  Non faremo un elenco di tutti i cuccioli e di tutti i cani feriti o malnutriti e impauriti recuperati in questi anni e nell’ultimo periodo,possiamo solo allegare qualche foto delle piu’ recenti cucciolate e cagne in calore selvatiche,

Cordiali saluti.

Il "Domenicale News" fondato e diretto da Pasquale D'Anna nel 2011, nasce dall'idea e dai bisogni di un gruppo di persone che attraverso il giornale e l'Associazione culturale Kasauri, editrice dello stesso, concretizzano la voglia e l'aspirazione di un desiderio di informazione libera, indipendente e generalista. Resta immutata la volontà di rivolgerci ad un pubblico che dalle idee è incuriosito perchè "Il Domenicale" è soprattutto frutto di una idea.