Sarri, adesso è il suo turno.

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Un po’ di storia, perché la parola del passato è sempre simile ad una sentenza d’oracolo eccectera, e non decrittandola non si va da nessuna parte. Un anno e mezzo fa, a chi gli chiedeva perché non puntava tutto sul 433, Sarri rispondeva, testualmente, che col 433 la squadra “perdeva equilibrio”. Si incaponì con 4312 cambiando ruolo a sei o sette giocatori; mostrava verso alcuni la stessa lentezza da bradipo nell’inserirli (Ghoulam, con Hysaj a sinistra, povero ragazzo), non aveva capito niente dei movimenti Callejon e Mertens, di Insigne e Hamsik, di Jorginho eccetera.

Poi, nell’intervallo di Empoli, la squadra lo commissariò e il 433 diventò un grandissimo congegno a orologeria, grazie, per lo più, a chi non c’è più (ricordo che pena mi faceva Higuain a Reggio Emilia, ero lì, quando non gli arrivava uno straccio di pallone e si andava a cercare qualche cosa giocabile dalle parti di Albiol). Morale: Sarri è un ottimo allenatore con una SOLA, spesso splendida, idea di gioco, che adesso è monca per implosione interna – giochiamo bene, ma sti cazzi: 7 partite e 6 punti in due mesi, 4 partite e 1 punto se togliamo Empoli in casa e Crotone, e una persona intellettualmente onesta li toglie, 6 partite e 2 punti se ci mettiamo il doppio Besiktas- per fatale attivazione di contromisure a cui non sono seguite contro-contromisure, e per una clamorosa deficienza di programmazione. Intanto, un anno fa, di questi tempi, avevamo +9 sulla Juve.

Oggi abbiamo -9. Differenza: -18. Però va tutto bene, creiamo tanto, non può piovere per sempre e, come dicevo ieri in altro post, per Sarri il problema non ci sta perché per lui creare e finalizzare è evidentemente la stessa cosa. Del resto la sua plateale spallettizzazione in campo sta dicendo molte cose sul suo senso dell’orientamento attuale. Ivi compresa la clamorosa, ostentata sottostima della rosa, a ogni pie’ sospinto ritenuta inadeguata per qualsiasi minimale obiettivo. Questo è veramente sciocco. Ieri ho letto cose che voi umani, ieri – anzi ho letto umani che voi cose – …. metti Hamsik centravanti, metti callejon centravanti, metti il centrocampo a due tanto tieni a Diawara, metti a Rog in qualsiasi ruolo basta che gioca, 4312 4231, una cosa qualunque ma cambiamo, metti Insigne trequartista, ma voi vi penzate (con la z) che il trequartista è quello che mette l’attaccante col colpo di tacco davanti alla porta, invece il trequartista conta in fase passiva, è il primo pressatore alto sul portatore di palla e deve chiudere due o tre linee di passaggio contemporaneamente, adda tene’ ‘o fisico ‘e yayaTourè e vuje vulite a Insigne che cu nu sciuscio va ‘nterra. Insomma, l’idea di gioco del Napoli, piaccia o meno, è una e una sola, costruita sugli esterni e tale deve rimanere.È stolto chi pensa di cambiare ruolo a cinque sei giocatori.

Compriamoli a gennaio, NEI LORO RUOLI, e facciamo il cazzo di modulo che ci pare. Invece ho capito che, con un numero n di crocette al fegato per ognuno di noi, deve giocare Gabbiadini e punto. Ma proprio per SPERARE di rimanere attaccati al terzo-quarto posto. Perché passi il meno nove, il cazzo del guaio è il meno cinque (meno quattro, ma con l’1-3 in casa è un meno cinque) dalla Roma. E poi avete un bel dire che tanto Lazio e Milan eccetera: sono squadre all’italiana, senza coppe, senza rosa ma con un buon 11. che fanno diverse cacate ma alla fine reggono – ricordate lo snobismo verso la Lazio che ci inculò due anni fa a casa nostra.

Finalino per il presidente e per i suoi toni da teleimbonitore. Perché il presidente sta sputtanando la qualunque sciorinando davanti a tutti cose che non dovrebbero uscire. Come con Lavezzi Cavani Mazzarri Benitez Higuain, mo è il turno di Sarri. Vedete, questo signore dice: “aho, ma er sor Sarri c’ha sempre ragione lui, io je volevo dà Abbemoianghe, ma lui ha detto dennò”. Ora, diciamola. Un qualunque allenatore che non alleni Bayern Real Barca United City e che dice no ad Aubameyang, è, semplicemente, da LICENZIARE. Si chiama delegittimazione. “Voi mo tenete Gabbiadini ma io guardate bene chi vi volevo dare”. Non dice che c’era il ballottaggio con Icardi, che Sarri preferiva Icardi, che si è fatto prendere in giro da un femminone buono e furbo, che Sarri ha chiesto in ginocchio a giugno di levargli Gabbiadini dalle scatole e che Gabbiadini l’ultima settimana di agosto scongiurava di andare anche all’Albinoleffe sotto casa sua pur di togliersi da Napoli. Milik, preso DOPO il fallimento-Icardi, è un crack mostruoso, ma, pur nella bellezza del presente, lo è soprattutto in potenza; ha segnato in tre partite su nove (se togliamo il rigore al benfica), non in sette-otto su nove; gli andava affiancato un pari livello o quasi.

L’indispensabilità di Milik (che diventerà meglio di Icardi ma che non è ancora Icardi, per capirci, pur nella diversità dei loro profili tecnici), una indispensabilità che andava derubricata a normale importanza, è la cifra del dramma in cui chi ci ha donato i palloni ci ha ora precipitati. E stiamo ancora a dire che è colpa di Reina, anche se, sia chiaro, andava preso un portiere pronto, perché non so se Sepe … A voi studio.

Enrico Ariemma Docente di Lingua e Letteratura latina presso l’Università di Salerno. Uomo di inverni miti e di estati di passione, malato di Napoli e di filologia, in quale ordine non saprebbe dire. Chirurgo di testi per vocazione antica e per impegno accademico, prova con francescana ostinazione a educare alla Bellezza, dinanzi ai cui inattesi impercettibili cristalli si stupisce e si commuove. Per questo detesta con pervicace ostinazione il brutto, il crasso, il banale, il volgare. Stanziale da quarant’anni al San Paolo, legge, scrive, insegna, cavalca una moto, inforca gli sci, va per mare, vagabonda per mostre, viaggia per le leghe del pensiero e per le strade del mondo. Ama.