Abel, il primo robot in grado di interagire con pazienti affetti da demenza

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di Alessandro D’Orazio

Un robot umanoide per testare le teorie della mente umana e assistere i malati di demenza. Si tratta di Abel, la prima intelligenza artificiale in grado di interagire con empatia con pazienti affetti da disturbi di neurosviluppo e demenza. La startup Emotiva ha recentemente annunciato di aver siglato una collaborazione con il Centro di Ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa per realizzare questo innovativo umanoide capace di relazionarsi empaticamente con soggetti affetti da disturbi neurologici.

In concreto, per i pazienti non più in grado di verbalizzare, con problemi di comprensione ed espressione delle emozioni – come, ad esempio, i disturbi comportamentali e i disturbi dello spettro autistico – Abel riesce ad abbattere le barriere della comunicazione attraverso un profondo coinvolgimento socio-emotivo.

A permettere al robot di interagire è un complesso mix di hardware, in particolare 42 servomotori di nuova generazione che guidano il movimento di testa, braccia e ogni più piccolo dettaglio del volto, e di software di Intelligenza Artificiale (IA) che permette di riconoscere le espressioni dell’interlocutore e dialogare. Una sorta dunque di “specchio” umano su cui testare le teorie della mente e del comportamento nonché comprendere le nostre emozioni grazie anche al nuovo algoritmo di IA, che ha raggiunto nel frattempo altissimi livelli di accuratezza nel riconoscere le emozioni umane (superiore del 60% rispetto ai livelli di riferimento usati nel mondo della robotica).

Oltre a questo, però, il progetto Abel può supportare una sfida sanitaria del XXI secolo in rapida crescita: quella della demenza. Attualmente sono 55 milioni le persone nel mondo affette da questo tipo di disturbi. Entro il 2050 il numero sarà quasi triplicato fino a raggiungere i 152 milioni, vale a dire 1 persona su 85 secondo i dati forniti dall’OMS.

“Utilizzando la sua capacità di apprendere e mostrare empatia, Abel sarà uno strumento efficace per contribuire a migliorare l’assistenza ai malati di demenza, colmando le lacune comunicative e fornendo un’altra forma di sostegno ai caregiver e ai familiari” spiega Lorenzo Cominelli, ricercatore presso il Centro di ricerca “Enrico Piaggio” dell’Università di Pisa. L’umanoide migliora continuamente le sue capacità empatiche e le interazioni bidirezionali, imparando a leggere ed estrarre le emozioni grazie a un innovativo sistema di classificazione delle stesse. Tutto questo è in sintesi Abel: una delle grandi sfide del futuro.

 

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.