Storica dichiarazione di fine guerra tra Etiopia ed Eritrea. Una pace giunta a distanza di 20 anni.

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di Alessandro D’Orazio

Etiopia ed Eritrea non sono più in guerra: è quanto affermato dai governi di Addis Abeba e Asmara in una dichiarazione congiunta diffusa nelle ultime ore. Dopo oltre vent’anni di conflitto, un abbraccio fraterno tra il nuovo primo ministro riformista etiope Abiy Ahmed e il presidente eritreo Isaias Afewerki ha sancito la fine delle ostilità tra i due Stati africani.

L’arrivo di Ahmed nella capitale dell’Eritrea è stato trasmesso in diretta dalla televisione locale, mostrando la calorosa accoglienza riservata dal presidente Afewerki. Una accoglienza scandita nelle strade da canti e balli e bandiere dei due Paesi. Tutto ha avuto inizio quando lo scorso 6 giugno, Addis Abeba annunciò a sorpresa di volere siglare un accordo di pace, in cambio dell’accettazione da parte di Asmara dell’accordo di Algeri del 2000, il quale non entrò tuttavia mai in vigore. La volontà di trovare un punto d’incontro tra i due Stati del Corno d’Africa era stata del resto espressa anche da Abiy Ahmed il 2 aprile di quest’anno, giorno del suo insediamento, per mettere fine ad un conflitto considerato da molti l’ultima vera eredità dell’epoca coloniale.

In passato, trattati sui confini dei due territori erano stati firmati dall’Italia (che ne aveva fatto una sua colonia dal 1889 al 1941), dalla Gran Bretagna (occupante dal 1941 al 1952) e dalla stessa Etiopia in tre differenti date (luglio 1890, maggio 1902 e maggio 1906). Nonostante questo, nel giugno 1998 scoppiò un nuovo conflitto, conclusosi due anni dopo (nel dicembre 2000), dopo la morte di numerosi uomini (tra 70 e 100mila persone di entrambi i Paesi). A quel punto, il presidente eritreo Isaias Afewerki e l’allora primo ministro etiope Meles Zenawi firmarono ad Algeri un accordo di pace. L’Etiopia però mantenne un presidio militare, nel territorio di Badme, la cui area venne tuttavia assegnata all’Eritrea nel 2002 da una commissione internazionale delle Nazioni Unite.

Al termine del conflitto, però, le schermaglie proseguirono. Ma ora, con la dichiarazione odierna è stato fatto un notevole passo in avanti per il ripristino delle condizioni di pace, a cominciare dalla riattivazione delle linee telefoniche dirette tra i due Paesi, per la prima volta dopo oltre vent’anni.

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.