Intervista a Giuseppe Nalli, il poeta del Kronos e dell’Agape (anche ai tempi del Coronavirus)

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di Alessandro D’Orazio

Tutti quelli che hanno avuto il piacere di conoscerlo lo descrivono come un uomo dal garbo antico e semplice, una persona onesta avvinta dalla fervida passione per le lettere: Giuseppe Nalli, il poeta del tempo e dell’amore.

Nato nel 1958 a Ceprano, piccolo Comune in provincia di Frosinone, lo scrittore lavora presso la ASL del capoluogo ciociaro e quando non veste il camice da professionista sanitario diventa poeta elegante e dalla sensibilità spiccata. Ha vinto ed è risultato finalista in numerosi premi letterari di prestigio. Suoi lavori sono inseriti in riviste e antologie distribuite anche all’estero.

Nel corso della sua carriera tra i numerosi scritti ha pubblicato: ANIME FRAGILI, QUESTA NOTTE DOPO VENT’ANNI, A GIADA, IL MALE DI VIVERE, QUADRETTI RURALI, QUATTRO CANDELABRI DI BRONZO E OTTONE, LA GIOSTRA DELLA MEMORIA 1980-1993, L’ISOLOTTO DELLE RONDINI, NELL’OBLIO DEGLI ANNI (Appunti di fine millennio), CEPRANO Una storia Tante storie (con il fotografo Ennio Paniccia), IL GIARDINIERE ED ALTRI VIAGGI, GIORNO FATALE ora fatale, DISTANZE (in) COLMABILI, L’AMORE AI TEMPI DEL (COLERA) CORONAVIRUS.

Giuseppe Nalli

Ma veniamo alle più recenti produzioni. Cosa rappresentano per Giuseppe Nalli le sue ultime opere e qual è il rapporto che intercorre tra potenza della parola e trascorrere del tempo all’interno delle stesse?

Con le raccolte di poesie “GIORNO FATALE ora fatale” prima e “QUALCOSA DI (EXTRA) ORDINARIO” dopo, ho tentato un approccio a quelli che da sempre vengono considerati veri e propri dilemmi dell’umanità: “la riproducibilità degli eventi in rapporto all’entità spazio-tempo” e “le leggi della causa e dell’effetto”. DISTANZE (in) COLMABILI si prefigge infine di concludere un ciclo compositivo dalla cifra stilistica avvincente: scende così il sipario su ciò che definisco “La Trilogia del Tempo”. La complicata marcia di avvicinamento al “trascorrere del tempo” ha permesso alla parola una sorta di espansione verso tracciati difficilmente percorribili. In questo ribollente magma primordiale, ancora una volta, la poesia si è affacciata prepotentemente all’orizzonte. Contaminando la parola, ha iniziato a muoversi sull’ipotetica linea del tempo, inserendo negli spazi i necessari respiri dell’anima.

Quanto è importante per il poeta contemporaneo, anche in tempi di pandemia, il sentimento dell’amore?

L’amore è fondamentale. Durante l’esperienza del Covid-19 ho sentito la necessità di esprimere questo sentimento attraverso la plaquette dal titolo L’AMORE AI TEMPI DEL (COLERA) CORONAVIRUS. Con questo lavoro ho cercato di mettere in evidenza quello che nessun decreto, circolare o sanzione, avrebbe mai potuto contemplare: l’importanza dell’amore, in tutte le forme e le espressioni possibili. Sì, l’amore.

La profonda sensibilità e l’acume poetico di cui lo scrittore è dotato sono stati i punti di forza che hanno contrassegnato l’intera produzione letteraria di Nalli, potendo gli stessi essere ulteriormente approfonditi sul sito internet dell’autore: https://giuseppenalli.wixsite.com/ilmiosito

Classe 1992. Una laurea in Giurisprudenza ed una in Operatore giuridico d’impresa. Nel mezzo l’azione: paracadutista, sommozzatore e pilota d’aerei. Classicista convinto, quanto Cattolico. Appassionato di viaggi, lettura e scrittura. Un’esistenza volta alla costante ricerca delle tre idee che reggono il mondo: il Bene, la Giustizia e la Bellezza. Senza mai perdere di vista la base di ogni cosa: l’Umanità. Se fosse nato sostantivo, sarebbe stato il greco aretè e cioè, la disposizione d’animo di una persona nell’assolvere bene il proprio compito. La frase che lo descrive: “Darsi una forma, creare in se stessi un ordine e una dirittura”. Il tutto allietato da un bel dipinto di Giovanni da Fiesole.